«La Lega non si mangerà Fi cresceremo collaborando»
Il deputato azzurro Alessandro Cattaneo: «La casa di Salvini è nel centrodestra» La ricetta per tornare al Mezzabarba: «Alle elezioni compatti come nel 2009»
Stefano RomanoPAVIA
Partito unico no, coalizione di centrodestra sì. Anzi, se si chiede ad Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia eletto alla Camera con Forza Italia, un commento sul progetto del capo leghista Matteo Salvini di fare un nuovo partito unico la parola coalizione torna più volte. E ogni volta è sottolineata con un po’ più forza fino ad arrivare alla proposta secca per Pavia: «Tra otto mesi si vota per cambiare sindaco ed è necessaria una coalizione con al centro Forzia Italia, la Lega e Fratelli d’Italia per invertire la rotta dopo l’esperienza fallimentare della sinistra».
Onorevole Cattaneo, perché il progetto salviniano di un unico partito di centrodestra non va bene?
«Non rappresenterebbe tutte le anime dei nostri elettori. Continuo a pensare che nel futuro dell’Italia ci debba essere una forte coalizione di centrodestra. Una coalizione che raccolga le diverse anime di un elettorato che si riconosce in un progetto alternativo a quello fallimentare della sinistra. È legittimo che Salvini porti avanti una svolta nella Lega ma ritengo che ci sia spazio per un partito di centrodestra come Forza Italia che integri le proposte della Lega, specie a livello economico».
Ma non temete che la Lega finisca per mangiarsi l’elettorato di Forza Italia?
«Forza Italia e Lega hanno sempre dato il meglio presentandosi e lavorando come coalizione: insieme abbiamo offerto programmi e progetti credibili a elettorati anche diversi. Uno spostamento dell’elettorato da Forza Italia alla Lega c’è stato, ma sarebbe miope valutare queste dinamiche solo nell’ottica del momento. Cinque anni fa la Lega era al 5 per cento e il presidente Berlusconi ha garantito la tenuta della coalizione scegliendo, per esempio, Roberto Maroni per la presidenza della Lombardia. Salvini è molto bravo, ma va sempre ricordato che le scelte degli elettori sono molto mobili».
Messa così sembra un avvertimento alla Lega.
«È un invito a considerare la validità di una coalizione che si è dimostrata vincente. Sui temi di sicurezza e immigrazione mi ritrovo sulle scelte del ministro Salvini. Se invece parliamo delle proposte economiche del governo la distanza è grande. Come si fa a sostenere il reddito di cittadinanza che è la negazione della meritocrazia? E come si fa a sostenere un’impostazione centralista dello stato dopo le battaglie per l’autonomia o le nazionalizzazioni come quelle proposte per autostrade e per l’Ilva. È vero che queste sono soprattutto proposte del Movimento 5 Stelle, ma in un governo le decisioni sono condivise. E nel Dna della Lega ci sono le battaglie contro la centralizzazione, per le autonomie e per la valorizzazione del merito tagliando gli aiuti di stato a chi non lavora».
Eppure la Lega, leggendo i sondaggi, continua a rubare voti a Forza Italia: sono bastate le scelte dure sull’immigrazione?
«Hanno pesato, certo, perché sono condivisibili e hanno dato risultati. Ma c’è anche altro. Forza Italia ha fatto scelte responsabili e necessarie che però gli elettori possono non aver capito come l’appoggio al governo Monti o il patto del Nazareno».
Da Roma a Pavia: tra otto mesi si vota per le comunali. Qual è la ricetta del centrodestra?
«Vedo una coalizione forte con al centro Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia. Una coalizione che abbia l’appoggio anche di altre liste e forze che condividano un progetto liberale, alternativo alle politiche della sinistra che a Pavia sono state disastrose».
E il sindaco?
«Di Forza Italia... ma è prematuro parlarne perché immagino che in questa fase tutti propongano un sindaco del loro partito».
Ne ha già parlato con il ministro Centinaio?
«Con Gian Marco i rapporti sono sempre ottimi e ci sentiamo spesso . Il nostro ticket aveva fatto bene a Pavia e sono certo che è una formula che riporterà la città al centrodestra». —
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