Ronde di Casapound sull’allea e in stazione telefonata di protesta di Depaoli al prefetto
il casoAnna Ghezzi / paviaUna trentina di militanti di Casapound hanno attraversato l’allea di viale Matteotti, hanno percorso i marciapiedi interni della stazione e viale Vittorio Emanuele dietro la...
Anna Ghezziil caso
Anna Ghezzi / pavia
Una trentina di militanti di Casapound hanno attraversato l’allea di viale Matteotti, hanno percorso i marciapiedi interni della stazione e viale Vittorio Emanuele dietro la loro bandiera per liberare la città dalla “feccia”, per usare le loro parole, e il sindaco Depaoli, viste le immagini sul web, ha telefonato in prefettura per segnalare la cosa e capire cosa fosse successo. A un mese dal 5 novembre, tradizionale appuntamento della destra pavese per la commemorazione di Emanuele Zilli, la tensione torna a salire.
Nessun preavviso
«Gli organizzatori - spiega il vicario del prefetto Flavio Ferdani - non hanno dato nessun preavviso alla questura che, tuttavia, era informata di queste “passeggiate contro il degrado”, iniziativa nazionale declinata a livello locale. Il passaggio nel comitato per l’ordine e la sicurezza avviene solo se il questore segnala una situazione a rischio in cui sia necessario coinvolgere le forze dell’ordine e il Comune». Ma cosa possono fare realmente le “ronde” anti degrado? «Non sono ronde, ma passeggiate. E in ogni caso non è un servizio di ordine pubblico - spiega ancora il vice prefetto - i partecipanti sono semplici cittadini e non possono invitare nessuno a lasciare l’area né dire nulla a nessuno. Se per caso dovesse accadere, si possono chiamare le forze dell’ordine. Come prefettura, ai sindaci abbiamo proposto il progetto di controllo di vicinato, quello è il modo corretto: il cittadino vede una situazione, non interviene in prima persona ma chiama la polizia e favorisce l’intervento delle forze dell’ordine, in un’ottica di collaborazione».
casapound contro l’amministrazione
Casapound Pavia ha spiegato in un video l’iniziativa: «I pavesi stanchi della feccia che affastella la città ci hanno chiesto di intervenire. Il sindaco Depaoli e l’assessore ai servizi sociali Alice Moggi pensano solo alle risorse e agli immigrati ma Pavia ha bisogno di essere difesa». Ci saranno dunque altre iniziative, “altre passeggiate”, annuncia Lorenzo Cafarchio, responsabile provinciale di Casapound Italia, che mette sotto accusa l’amministrazione perché non garantisce «ai pavesi che la mattina si alzano per andare a lavorare e pagano le tasse una città pulita, ordinata e sicura» e non dice nulla «sui numerosi crimini commessi in città». «Sulla crescita dei crimini tirino fuori i numeri - replica il sindaco Depaoli - posto che i dati di questura e prefettura la smentiscono. Questa sfilata, se non vogliamo chiamarla ronda, sembra una forma di intimidazione. La gestione dell’ordine pubblico compete alle forze dell’ordine, la parola “feccia” denota un giudizio preoccupante sulle persone. Se vogliono fare una pulizia dei posti, come fanno tanti volontari, sono i benvenuti, ma considerare le persone come rifiuti è grave. Persone ai margini ci sono, a Pavia come altrove, ma non si risolve il problema spostandoli o “nascondendoli”. La soluzione, se si vedono reati, è segnalarlo alle forze dell’ordine, non fare sfilate ».
Moggi: meglio le ronde solidali
L’assessore Moggi, chiamata in causa, risponde: «Alle ronde di Casa Pound preferisco quelle di Caritas e Croce Rossa che con i volontari portano sostegno e assistenza a chi vive per strada. Una bevanda calda, una coperta e la possibilità di un aiuto. A loro la città è grata e di loro è orgogliosa, il resto mi fa solo grande tristezza». —
I commenti dei lettori