Studenti contro il ministro Centinaio «Non può aprire l’anno accademico»
Lettera aperta al rettore: «Non condivide i valori di integrazione». Firmano anche prof e ricercatori
Anna GhezziPAVIA. Studenti, dottorandi e alcuni professori contestano il rettore Fabio Rugge per aver scelto il ministro leghista Gian Marco Centinaio, braccio destro del vicepremier Matteo Salvini, come ospite d’onore all’inaugurazione del 658° anno accademico, l’ultima del suo mandato rettorale. Sotto accusa gli «atteggiamenti discriminatori» verso «terroni, stranieri, coppie omosessuali e qualunque forma di diversità», in contrasto con la natura inclusiva dell’istituzione universitaria. Il ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo non si scompone: «Ho da governare un Paese, non ho tempo da perdere in queste stupidaggini».
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Il Coordinamento per il diritto allo Studio, che rappresenta gli studenti in tutti gli organi d’ateneo, e l’associazione dottorandi e dottori di ricerca scrivono: «Riteniamo inopportuna e offensiva questa scelta. L’etimologia della parola Università suggerisce il carattere inclusivo, di integrazione e scambio culturale che rappresenta. Il ministro è spesso venuto meno a quei valori, assumendo atteggiamenti discriminatori, prima nei confronti dei cosiddetti “terroni” - che rappresentano una grande parte degli studenti fuorisede -, poi scagliandosi contro immigrati, coppie omosessuali e qualunque forma di diversità».
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Nella lettera sono menzionati gli insulti all’allora presidente del Senato Pietro Grasso in Parlamento («infame» e «terrone di m***a», finiti su tutti i giornali), l’ indirizzo terronsgohome@yahoo.it, la vicinanza a componenti dell’estrema destra in contrapposizione a «iniziative d’ateneo come il progetto di accoglienza per i rifugiati o il doppio libretto per gli studenti in transizione di genere», oltre all’assenza meriti scientifici. L’Udu e l’Adi chiedono dunque quali siano le ragioni dietro l’invito: «In un periodo di tagli all’istruzione pubblica, la soluzione non è cercare pubblico appoggio di personaggi politici: l’autonomia universitaria è prima di tutto indipendenza dalla politica». E chiudono citando Giorgio Errera, «uno dei 12 professori che si rifiutò di prestare giuramento al regime fascista tra più di un migliaio di accademici», perché non se ne offenda la memoria.
E anche il circolo Errera, composto da alcuni professori dell’ateneo, prende le distanze: «È certamente legittimo che in Ateneo siano create occasioni di confronto e trattativa con politici e membri del governo, per sviluppare e tutelare legami territoriali vitali - scrivono - Riteniamo però che un rito solenne e volto a riunire la comunità in un momento ad alto valore simbolico debba essere illustrato da figure del campo della cultura e della ricerca scientifica o da figure di elevato profilo il cui ruolo istituzionale prevalga sull’appartenenza politica». —
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