Centinaio all’università, crescono i «no»
Altre firme sul “manifesto dei valori” inviato al rettore da più di 100 prof. Invece Giuliani (Pd) difende la scelta di Rugge
STEFANIA PRATOPAVIA
Cresce la polemica sulla scelta del rettore Fabio Rugge di invitare, domani, il ministro leghista Gian Marco Centinaio come ospite d’onore all’apertura dell’anno accademico. E cresce il numero di adesioni al manifesto già sottoscritto da 153 docenti e ricercatori dell’ateneo per chiedere al rettore di «ribadire alla cerimonia i principi di conoscenza, solidarietà e integrazione su cui si fonda l’università». Altri 7 hanno firmato un appello che non vuole essere veto alla presenza del ministro Gian Marco Centinaio all’inaugurazione dell’anno accademico, ma che intende rimarcare la distanza da discriminazioni e posizioni antisolidali.
rognoni non ci sarà
All’inaugurazione dell’anno accademico non parteciperà Virginio Rognoni, già deputato e ministro dell’Interno, in aperta polemica con le posizioni antieuropeiste della Lega (nel suo intervento pubblicato in prima pagina spiega nel dettaglio i motivi) e i riflettori nazionali restano accesi su quello che è ormai diventato il “caso Pavia”.
Con i leghisti pronti a fare, proprio del caso Pavia, il vessillo di una battaglia contro «la vera intolleranza».
Il segretario provinciale Jacopo Vignati chiederà un intervento del ministro dell’Università Marco Bussetti e spiega: «Si può capire la presa di posizione di alcuni studenti, ma l’atteggiamento dei docenti dovrebbe essere diverso, in quanto il loro compito è quello di insegnare i principi di uguaglianza e di democrazia. Invece ci troviamo di fronte a professori che fanno politica. Ringraziamo il rettore per il ruolo di imparzialità tenuto finora, a tutela di tutti, non solo di chi è di sinistra».
A prendere le distanze dai colleghi firmatari del manifesto e da alcune associazioni studentesche, dall’associazione dottorandi e dottori di ricerca e dall’Anpi è Guido Giuliani, docente al dipartimento di Ingegneria e consigliere comunale del Pd, che parla di «atteggiamento intellettualmente inopportuno».
«Mi sorprende il comportamento di alcuni docenti. La discriminazione in base alle idee politiche non deve avere cittadinanza tra le persone che pensano di rappresentare gli ideali democratici e di tolleranza – sostiene Giuliani -. Le motivazioni contro l'invito si fonderebbero sui principi dell’uguaglianza, dell’apertura e dell’antifascismo. E, su questi principi, si chiede di non dare la parola e il ruolo di ospite d’onore a un ministro della Repubblica perché negli ultimi 15 anni ha avuto alcuni comportamenti inopportuni dei quali ha pure chiesto scusa pubblicamente».
Scuse non sufficienti «per le modalità con cui sono state date», sottolinea Pietro Galinetto, docente di fisica, componente del Cda di ateneo e promotore del manifesto. «Esistono atti formali e sostanziali di Gian Marco Centinio che l’allora senatore avrebbe dovuto compiere - afferma Galinetto -. La nostra obiezione principale riguarda il fatto che il ministro ha ben impersonato alcune posizioni politiche della Lega, contrarie ad alcuni valori cardine della società e dell’università. Nella lettera non ci sono passaggi contro il ministro Centinaio, che rappresenta le istituzioni verso le quali abbiamo il massimo rispetto. Ma chiediamo che il rettore ribadisca i principi fondanti dell’università». —
STEFANIA PRATO
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