L’eredità di Maria Teresa
I 300 anni della sovrana, madrina dell’Università di Pavia
di Maria Grazia Piccaluga
3 minuti di lettura
PAVIA. Nel grande ritratto a olio, che domina l’aula Foscolo, Maria Teresa d’Austria è ormai una donna matura, avanti negli anni, quasi severa nel suo abito nero di seta e trine. Ma Hubert Maurer, pittore che la ritrae nel 1779 a Vienna, cattura ancora un’ombra di quella «bocca vezzosa», dello sguardo animato «da un dolce fuoco» che la storia le attribuisce. E restituisce ai posteri il volto e la grandezza della sovrana che, con le sue riforme illuminate, ha cambiato (in meglio) il destino dell’Università di Pavia e, di riflesso, della città.
A Maria Teresa d’Austria, a 300 anni dalla sua nascita (avvenuta il 13 maggio 1717 a Vienna) l’Università di Pavia rende omaggio con una mostra che si inaugura oggi alle 16 al Museo per la Storia (cortile dei caduti, palazzo centrale) e con un prezioso volumetto “a leporello” realizzato da Fiorina Edizioni da un’idea di Paolo Mazzarello, presidente del sistema museale d’ateneo.
Ventotto pagine di carte pregiate che si aprono come una fisarmonica (e inaugurano la nuova collana “Musealia”), dedicate alla sovrana - tratteggiata in copertina dalla matita di Marco Giusfredi - ma anche alle scoperte, ai sogni, alle esplorazioni che germinarono a Pavia dal terreno fertile seminato da Maria Teresa prima e dal figlio Giuseppe II poi, una volta divenuto imperatore.
Grazie a lei oggi la città gode di gioielli come il museo di storia naturale (che è in corso di realizzazione in piazza Botta), con i suoi 400mila reperti, il Gabinetto di Fisica, i Gabinetti anatomici, i potenziamento dell’ospedale San Matteo e l’orto botanico. E convocati dagli Asburgo salirono in cattedra scienziati come Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Antonio Scopoli.
Merito e strumenti. I professori nella seconda metà del ’700 vengono nominati direttamente dall’autorità imperiale che - come sarebbe auspicabile in ogni tempo, compreso quello odierno - chiamava in cattedra, contendendoseli, i migliori. Poi riforniva di mezzi e risorse le strutture che li accoglievano. Segno di grande modernità e lungimiranza.
Sapere è felicità. «Il personaggio più importante per lo sviluppo dell’Università di Pavia è dunque una donna, Maria Teresa, sovrana imperatrice – spiega Paolo Mazzarello ideatore del catalogo “La sovrana delle scienze”, curato da Maria Carla Garbarino e Valentina Cani – E’ lei a dare impulso a un’eccezionale stagione scientifica e culturale, attraverso le riforme avviate non solo in Austria ma anche nei possedimenti periferici, tra cui l’Italia e in particolare la Lombardia e quindi Pavia». Maria Teresa «concepisce la scienza come coefficiente di sapere umano». Istruzione è felicità.
Una corona illuminata. Un destino speciale attende Maria Teresa che sale al trono a 23 anni, dopo la morte del padre, Carlo VI, privo di eredi maschi. E’ acerba nella politica ma l’ambasciatore inglese Thomas Robinson, osservandola ancora adolescente, intravede già in lei «un temperamento focoso e grande lucidità di pensiero». Fattasi poi pragmatica e determinata, la sovrana intuisce subito la necessità di riformare radicalmente quella monarchia in difficoltà. Sposa nel 1736 Francesco Stefano di Lorena con il quale condivide una vita felice fino al 1765 (anno della morte di lui) e ben 16 figli. Tra loro due futuri imperatori, Giuseppe II e Pietro Leopoldo, ma anche una sfortunata regina, Maria Antonietta di Francia (che sopravviverà alla madre solo 13 anni). Rappresentante di un totalitarismo illuminato, ha la dote, non secondaria, di sapersi scegliere i collaboratori giusti. ll suo regno consegna così ai posteri uno stato più moderno, più efficiente, più equo. Anche nei possedimenti italiani il suo metodo di governo segna uno spartiacque economico, culturale, amministrativo, giuridico, scolastico, fiscale, sociale.
Spallanzani e Volta. Quando Maria Teresa sale al trono l’Università di Pavia vanta già circa 400 anni di storia. Ma il suo intervento imprime un’accelerazione allo sviluppo. La riorganizzazione ruota attorno a quattro facoltà: filosofia, legge, medicina e teologia.
Orto botanico. Sul viridarium già esistente, e su modello di quello viennese, viene creato l’orto botanico di via S. Epifanio che conserva, tra le sue meraviglie, anche il secolare platano di Scopoli e un erbario di 1450 campioni.
Leoni e granchi. Il Museo di storia naturale, fondato nel 1771 dall’abate Lazzaro Spallanzani, è tra i più antichi in Italia. La sovrana spedisce una cassa con la prima collezione di minerali che poi arrivano a sommare oltre 400mila reperti di zoologia e paleontologia con pezzi rari come il granchio melograno indiano, l’elefante di Napoleone e i leoni di Barberia, appartenenti a una popolazione oggi estinta.
Vampiri al bando. E’ il secolo dei Lumi ma dilaga la psicosi sui vampiri. E Maria Teresa, donna che crede nella scienza, dispone un’indagine, che sfocia nel trattato “Vampirismus” per confutare la credenza popolare. In mostra è allestita una sezione a tema (con pipistrelli mummificati).
Il Gabinetto di Fisica. Nel 1771 Vienna spedisce a Pavia strumenti e macchine per le dimostrazioni di fisica sperimentale. Del resto in ateneo lavora uno studioso promettente, quell’Alessandro Volta che poi inventerà la pila. In mostra anche molti pezzi rari, come “la pistola” di Volta, le bottiglie di Leida, e prestiti da altre biblioteche tra cui “Il dialogo sui massimi sistemi”di Galileo (originale, conservato all’istituto di Matematica).
Brambilla, il chirurgo dell’imperatore. La raccolta di anatomia fu avviata nel 1772 da Giacomo Rezia, a pochi passi dall’ospedale San Matteo. Va detto che il chirurgo delle maestà imperiali, Giovanni Alessandro Brambilla, era originario di San Zenone Po. Tramite lui arrivano a Pavia importanti donazioni di strumenti chirurgici, volumi, minerali, preparati.
Visite ai luoghi teresiani. Ogni sabato alle 15.30 visita guidata compresa nel biglietto: aule storiche (7 ottobre, 18 novembre, 2 dicembre), orto botanico (14 ottobre e 4 novembre), cortili (21 ottobre e 11 novembre), antico ospedale (28 ottobre e 25 novembre).
A Maria Teresa d’Austria, a 300 anni dalla sua nascita (avvenuta il 13 maggio 1717 a Vienna) l’Università di Pavia rende omaggio con una mostra che si inaugura oggi alle 16 al Museo per la Storia (cortile dei caduti, palazzo centrale) e con un prezioso volumetto “a leporello” realizzato da Fiorina Edizioni da un’idea di Paolo Mazzarello, presidente del sistema museale d’ateneo.
Ventotto pagine di carte pregiate che si aprono come una fisarmonica (e inaugurano la nuova collana “Musealia”), dedicate alla sovrana - tratteggiata in copertina dalla matita di Marco Giusfredi - ma anche alle scoperte, ai sogni, alle esplorazioni che germinarono a Pavia dal terreno fertile seminato da Maria Teresa prima e dal figlio Giuseppe II poi, una volta divenuto imperatore.
Grazie a lei oggi la città gode di gioielli come il museo di storia naturale (che è in corso di realizzazione in piazza Botta), con i suoi 400mila reperti, il Gabinetto di Fisica, i Gabinetti anatomici, i potenziamento dell’ospedale San Matteo e l’orto botanico. E convocati dagli Asburgo salirono in cattedra scienziati come Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Antonio Scopoli.
Merito e strumenti. I professori nella seconda metà del ’700 vengono nominati direttamente dall’autorità imperiale che - come sarebbe auspicabile in ogni tempo, compreso quello odierno - chiamava in cattedra, contendendoseli, i migliori. Poi riforniva di mezzi e risorse le strutture che li accoglievano. Segno di grande modernità e lungimiranza.
Sapere è felicità. «Il personaggio più importante per lo sviluppo dell’Università di Pavia è dunque una donna, Maria Teresa, sovrana imperatrice – spiega Paolo Mazzarello ideatore del catalogo “La sovrana delle scienze”, curato da Maria Carla Garbarino e Valentina Cani – E’ lei a dare impulso a un’eccezionale stagione scientifica e culturale, attraverso le riforme avviate non solo in Austria ma anche nei possedimenti periferici, tra cui l’Italia e in particolare la Lombardia e quindi Pavia». Maria Teresa «concepisce la scienza come coefficiente di sapere umano». Istruzione è felicità.
Una corona illuminata. Un destino speciale attende Maria Teresa che sale al trono a 23 anni, dopo la morte del padre, Carlo VI, privo di eredi maschi. E’ acerba nella politica ma l’ambasciatore inglese Thomas Robinson, osservandola ancora adolescente, intravede già in lei «un temperamento focoso e grande lucidità di pensiero». Fattasi poi pragmatica e determinata, la sovrana intuisce subito la necessità di riformare radicalmente quella monarchia in difficoltà. Sposa nel 1736 Francesco Stefano di Lorena con il quale condivide una vita felice fino al 1765 (anno della morte di lui) e ben 16 figli. Tra loro due futuri imperatori, Giuseppe II e Pietro Leopoldo, ma anche una sfortunata regina, Maria Antonietta di Francia (che sopravviverà alla madre solo 13 anni). Rappresentante di un totalitarismo illuminato, ha la dote, non secondaria, di sapersi scegliere i collaboratori giusti. ll suo regno consegna così ai posteri uno stato più moderno, più efficiente, più equo. Anche nei possedimenti italiani il suo metodo di governo segna uno spartiacque economico, culturale, amministrativo, giuridico, scolastico, fiscale, sociale.
Spallanzani e Volta. Quando Maria Teresa sale al trono l’Università di Pavia vanta già circa 400 anni di storia. Ma il suo intervento imprime un’accelerazione allo sviluppo. La riorganizzazione ruota attorno a quattro facoltà: filosofia, legge, medicina e teologia.
Orto botanico. Sul viridarium già esistente, e su modello di quello viennese, viene creato l’orto botanico di via S. Epifanio che conserva, tra le sue meraviglie, anche il secolare platano di Scopoli e un erbario di 1450 campioni.
Leoni e granchi. Il Museo di storia naturale, fondato nel 1771 dall’abate Lazzaro Spallanzani, è tra i più antichi in Italia. La sovrana spedisce una cassa con la prima collezione di minerali che poi arrivano a sommare oltre 400mila reperti di zoologia e paleontologia con pezzi rari come il granchio melograno indiano, l’elefante di Napoleone e i leoni di Barberia, appartenenti a una popolazione oggi estinta.
Vampiri al bando. E’ il secolo dei Lumi ma dilaga la psicosi sui vampiri. E Maria Teresa, donna che crede nella scienza, dispone un’indagine, che sfocia nel trattato “Vampirismus” per confutare la credenza popolare. In mostra è allestita una sezione a tema (con pipistrelli mummificati).
Il Gabinetto di Fisica. Nel 1771 Vienna spedisce a Pavia strumenti e macchine per le dimostrazioni di fisica sperimentale. Del resto in ateneo lavora uno studioso promettente, quell’Alessandro Volta che poi inventerà la pila. In mostra anche molti pezzi rari, come “la pistola” di Volta, le bottiglie di Leida, e prestiti da altre biblioteche tra cui “Il dialogo sui massimi sistemi”di Galileo (originale, conservato all’istituto di Matematica).
Brambilla, il chirurgo dell’imperatore. La raccolta di anatomia fu avviata nel 1772 da Giacomo Rezia, a pochi passi dall’ospedale San Matteo. Va detto che il chirurgo delle maestà imperiali, Giovanni Alessandro Brambilla, era originario di San Zenone Po. Tramite lui arrivano a Pavia importanti donazioni di strumenti chirurgici, volumi, minerali, preparati.
Visite ai luoghi teresiani. Ogni sabato alle 15.30 visita guidata compresa nel biglietto: aule storiche (7 ottobre, 18 novembre, 2 dicembre), orto botanico (14 ottobre e 4 novembre), cortili (21 ottobre e 11 novembre), antico ospedale (28 ottobre e 25 novembre).
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