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Robert Doisneau, la lente delle meraviglie

Pavia, inaugurata venerdì 13 ottobre la rassegna di scatti del “pescatore d’immagini” che amava raccontare la gente di Parigi con dolcezza e umana sensibilità

di Filiberto Mayda
2 minuti di lettura
(ansa)

PAVIA. Raccontava Jacques Prévert, grande poeta francese, che un giorno l’amico Robert Doisneau assistette a un incidente, un camion che travolse un gregge di pecore e alcuni cani. E quando gli chiese «ma tu che foto hai fatto?», Doisneau rispose: «Nessuna, ho consolato il pastore». Basterebbe questo episodio, così inattuale, a spiegare la leggerezza e la grandezza della fotografia di Robert Doisneau, la sua capacità di attendere ore prima di ottenere un’immagine, la sensibilità di rinunciarci (di fatto non riuscì mai ad essere un reporter di guerra), l’umanità con la quale affrontava la vita quotidiana degli altri e, per quel che se ne sa, anche la sua. Non è un caso, dunque, se la bella mostra che si apre oggi al Broletto di Pavia sia stata chiamata «Robert Doisneau. Pescatore d’immagini».

Non è un caso perché la similitudine tra il pescare e il saper attendere il momento giusto è molto azzeccata, e poi perché - racconta il co-curatore della mostra, Pier Francesco Pozzi, «fu proprio Doisneau a spiegare come la sua esperienza con la pesca, fin da ragazzo, sviluppò in lui il senso del tempo, attraverso l’osservazione dello scorrere dell’acqua, lento, inarrestabile e continuo persino nella notte». Un “vivere con lentezza” che oggi fatichiamo a perseguire, una selezione delle immagini, dei momenti della vita quotidiana, che oggi - in una realtà di miliardi di fotografie quotidiane che sono la pornografia dell’estetica fotografica - sembra quasi impossibile.



Nel curato allestimento del Broletto (ancora una volta della società “ViDi”), si potranno osservare - «con calma, prendetevi del tempo», suggerisce Pozzi - settanta immagini in bianco e nero (fotografò anche a colori, ma senza particolare successo), tra cui, ovviamente, quella che dagli anni Ottanta in avanti, grazie all’uso che ne venne fatto per un manifesto, diventò l’icona rappresentativa di Robert Doisneau: quel bacio parigino, sintesi perfetta di un lavoro per la rivista americana Life su “l’amore a Parigi», la sua amatissima Parigi. Una città di sogni e immaginazione, ma che il fotografo riuscì a raccontare anche, e a volte anche meglio, nelle periferie tanto povere quanto distanti dalla capitale di lustrini e champagne.

La mostra, ha spiegato il professor Pozzi, docente al Politecnico di Milano, è stata pensata in tre sezioni. La prima è dedicata agli sguardi, «ai giochi di sguardi», basti pensare alla fotografia “Un chien du Pont des Arts”, dove il pittore guarda una modella - che noi non vediamo - una modella vestita anche se il quadro ne rappresenta una nuda, e dove il proprietario del cane guarda il pittore e il cane guarda il fotografo, appunto Robert Doisneau. La seconda sezione è su Parigi, raccontata sempre attraverso le persone, i bambini, molta vita quotidiana, immagini che ci fanno capire la pazienza che il fotografo aveva e la dolcezza, anche intellettuale, che guidava lo scatto finale. Provò, Doisneau, a fotografare all’estero, per alcune agenzie internazionali, ma non funzionò. D’altro canto, diceva il fotografo, «ci vuole del tempo per non essere turisti».

Infine, a chiusura della mostra, la terza sezione, quella dedicata agli innamorati, con il bacio che tutti immaginano come fotografia rubata, colta al volo, oggi diremo da “street”, mentre invece fu la selezione di centinaia di immagini e di baci che i due (veri, peraltro) innnamorati offrirono al fotografo per quel servizio commissionato da Life. Inizia dunque venerdì oggi la nuova stagione fotografica di Pavia, con un omaggio a Robert Doisneau, forse - ha chiuso Pozzi - «più grande di Cartier Bresson o di Capa», certamente di una sensibilità mai superata.

Orari: da giovedì 14 ottobre a domenica 28 gennaio al Broletto (piazza della Vittoria): martedì, giovedì e venerdì: 10-13, 14-18; mercoledì 10-13, 14-22; sabato, domenica e festivi: 10-19. Biglietto: 9 euro. Da venerdì 13 ottobre alle ore 18.
 

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