Pavia, così parlavano i comunisti
“Al lavoro e alla lotta” di Franca Chiaromonte e Fulvia Bandoli alla Delfino
Come parlavano i militanti del Partito comunista italiano? Che vocaboli e che lessico usavano? In che maniera si esprimevano per comunicare le proprie idee? Risponderanno a queste domande, oggi alle 18, alla libreria Il Delfino di Pavia (piazza Cavagneria 10), la politica e giornalista Franca Chiaromonte e la politica Fulvia Bandoli, autrici del libro scritto a quattro mani “Al lavoro e alla lotta – Le parole del Pci” (Harpo, 2017, pp.272, euro 16). «Il volume – spiega Fulvia Bandoli – è una sorta di glossario sul lessico dei comunisti italiani, sul senso delle parole chiave e sul loro uso nella pratica giornaliera del partito. Partendo da ricordi personali, sono dunque state selezionate 180 parole, le quali sono poi state suddivise in tre diversi gruppi. Il lettore può infatti trovare le cosiddette parole “resistenti”, che durano ancora nel tempo, prettamente di origine gramsciana, come “egemonia” e “rapporti di forza”; le parole tipiche della strategia politica del Partito, come “compromesso storico”, “alternativa democratica” e “politica dei ceti medi”; infine, le parole della vita quotidiana del Pci, come “comizio volante” e “attacchinaggio”. Per ogni voce sono stati inseriti significato e rispettivo aneddoto, allo scopo di alleggerire i contenuti».
Fulvia Bandoli, adesso 65enne, ha mosso i suoi primi passi in politica all’interno del Pci; in seguito è diventata una dirigente dei Democratici di Sinistra, coordinatrice dell'area ecologista. Franca Chiaromonte,61enne anch’essa inizialmente del Pci, è stata poi eletta deputato con i Ds. Il Partito comunista italiano, fondato nel 1943 e dissolto nel 1991, è stato il più grande partito comunista dell’Europa occidentale. Ha assunto, durante la seconda guerra mondiale, un ruolo di primo piano a livello nazionale, promuovendo e organizzando con l'apporto determinante dei suoi militanti la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblichino. Ha avuto un'importante influenza pure nella creazione delle istituzioni della Repubblica. «Il nostro non è un volume nostalgico – chiarisce Bandoli – Semplicemente prende atto della differenza, linguistica ma non solo, tra la politica contemporanea e quella di una volta. Riflette sul perché prima ci fossero confronti costruttivi, mentre oggi si passa subito agli insulti. Il libro si conclude con dieci interviste a donne e uomini che hanno vissuto in maniera diretta e passionale il Pci, tra cui Luciana Castellina, Gianni Cuperlo, Achille Occhetto, Emanuele Macaluso, Marisa Rodano».
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