Il ritorno in India dell’elefantina di Napoleone: un viaggio romantico per la sfortunata Shanti
Pavia, la proposta di una manager milanese affascinata dal romanzo di Paolo Mazzarello. «Sarà ospite nella reggia di un maraja»
Maria Grazia Piccaluga PAVIA. Shanti, l’elefantina donata da Napoleone al Museo dell’Università di Pavia, potrebbe tornare a casa, in India. Ripercorrere i novemila chilometri e solcare i due oceani che la separano dalla valle alluvionale del Bengala dove è nata 250 anni fa.
Certo, non potrà abbeverarsi alle rive del Gange o vivere libera nella foresta come le accadeva nel 1772, prima di essere catturata e portata nella ménagerie della corte del re di Francia. Ora Shanti è imbalsamata, rigida nella sua posa maestosa, ma per tornare sui suoi passi questa volta potrà viaggiare comodamente nella stiva di un aereo e poi su una nave moderna, non più in catene nella pancia di un vascello schiaffeggiato dalle onde e fiaccata da un caldo insopportabile.
Pavia, l'elefantessa di Napoleone in mostra al Museo dell'università
L’idea romantica di riportare a casa l’elefantina è venuta a un’elegante signora milanese, Allegra Groppelli, produttore creativo di Mediaset che nella primavera dello scorso anno, favorevolmente colpita da alcune recensioni sui giornali, si è immersa nella lettura delle 180 pagine del romanzo di Paolo Mazzarello, L’elefante di Napoleone. Un animale che voleva essere libero (Bompiani, PasSaggi).
La storia triste dell’elefantina l’ha suggestionata a tal punto che, un bel giorno, si è presentata in Università a Pavia, intenzionata a incontrare dal vero la giovane pachiderma dalla fine sfortunata (annegata in una pozza d’acqua) ma dalla vita avventurosa (quale altro elefante ebbe la fortuna di conoscere due re, Luigi XV e Luigi XVI, una regina, Maria Antonietta, e dal fratello di lei, l’imperatore d’Austria Giuseppe II?).
Quando ha incontrato l’autore del libro, Paolo Mazzarello - ordinario di Storia della Medicina e presidente del sistema museale d’ateneo - e il rettore Fabio Rugge, Groppelli aveva in realtà le idee molto chiare sul da farsi e su cosa proporre. Il Maharaja Shivraj Singh, principe di Jodhpur, avrebbe già dato la sua disponibilità per accogliere l’elefantina in una teca di cristallo nel cortile del suo Palazzo reale, oltre a offrire il suo treno per il viaggio da Mumbai a Jodhpur. E Jeep-Fiat metterebbe a disposizione i mezzi per i trasferimenti via terra, mentre Air France - ha annunciato Allegra Groppelli - è disposta a trovare un posto a Shanti su un cargo per il volo transcontinentale. Alla missione pavese della manager si è aggregato anche Guido Borghi, titolare della Movie Magic, interessato a produrre un documentario. Un’operazione a costo zero per l’ateneo pavese, questione messa subito in chiaro dal rettore Rugge pur entusiasta del progetto, e dunque a carico di privati.
Ovviamente il biglietto potrà essere solo di andata e ritorno. «Quella del viaggio verso casa è un’idea straordinaria sotto molti aspetti – commenta Mazzarello – L’elefante messaggero diplomatico per trasformare in amichevoli gli antichi rapporti conflittuali tra Occidente e India. Ma Shanti dovrà tornare a casa dopo il tour. E’ un bene inalienabile dello Stato. Il suo restauro è stato pagato con un crowdfunding lanciato dall’Università di Pavia». Oggi, a differenza del passato, potrebbe essere d’aiuto la tecnologia: in India potrebbe restare il suo ologramma. Quasi fosse la sua anima. —
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