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Ivrea, «La chiesa ortodossa resti dei cittadini»

San Bernardo: residenti contro la cessione chiesta dalla comunità romena. Interviene il vescovo, il don: «Solo comodato»

di Simona Bombonato
2 minuti di lettura

Ivrea, San Bernardo: "La chiesa ortodossa resti della comunità"

IVREA. Chiesa ortodossa di Ivrea: gli abitanti di San Bernardo dicono no alla richiesta della comunità romena di entrarne in possesso allo scadere del comodato d’uso.

La parrocchia di San Bernardo, proprietaria dell’immobile dedicato a San Gerarca Leonzio, gliel’aveva ceduta gratuitamente dodici anni fa. E ora, alla vigilia della scadenza del contratto, che scatterà a gennaio, per voce delle associazioni che ne organizzano il tessuto sociale, il quartiere si oppone con forza a un’eventuale cessione, vendita o donazione che sia.

Rispedendo al mittente la richiesta del parroco Dumitru Babula e dei suoi consiglieri, a loro volta promotori di una serie di lavori di miglioria dell’edificio, a partire dal rifacimento del tetto. Sulla vicenda è intervenuto persino il vescovo di Ivrea Aldo Cerrato, per sondare il terreno, ma la posizione dei residenti pare irremovibile.

E la parrocchia, dal canto suo, poco propensa a prendere una decisione della quale ha sì facoltà, ma che saprebbe contestata da buona parte della popolazione. La chiesa ortodossa si trova in via Canton Burzio, in un punto particolarmente critico per la viabilità (parcheggi) che in occasione delle cerimonie più sentite richiama fino un migliaio di fedeli, fino al mattino.

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«Ma quella chiesa fa parte della nostra storia, l’abbiamo costruita noi con le nostre mani come altre parti di questo quartiere, come la stessa chiesa parrocchiale.Nessuna vendita. Tassativo»: a parlare è Giuseppe Vittonatti, della Pro loco e del Mutuo soccorso, due delle realtà convocate nei giorni scorsi da Cerrato insieme con gli alpini, l’Auto sport promotion, il Consiglio dei cantoni di San Bernardo.

La chiesa ortodossa è situata nel cuore di San Bernardo, quartiere da duemila abitanti a sud della Dora, il più popoloso di Ivrea, sotto il livello di stradale Torino. In pratica fa da rotatoria alle strade che portano nei due sensi ed è priva di sagrato. Si trova, però, a due passi dal sottopasso, strettissimo, che dirige verso Pavone, zona di case di ringhiera e caseggiati rurali con corti e cancelli che danno direttamente sulla pubblica via.

Più volte in passato, e non solo in occasione della Pasqua ortodossa, gli abitanti si erano lamentati per il caos e «l’impossibilità di entrare o uscire di casa con la macchina perché parcheggiano ovunque».

Qualcuno aveva lamentato problemi di sporcizia e degrado, al termine delle funzioni. Al che ci erano stati diversi incontri tra residenti e tra residenti e amministratori, in varie occasioni. Si era deciso allora di migliorare la segnaletica, potenziare la presenza dei vigili in occasione delle cerimonie più affollate, ottimizzare gli spazi aumentando il numero di posti auto.

Ma in sostanza «è solo adesso che possiamo sperare in qualche miglioramento – continua Vittonatti –. E per questo ringraziamo il vicesindaco Enrico Capirone: abbiamo messo paletti e panettoni, a giorni ne ultimeremo il posizionamento in Canton Burzio e Canton Arbore. Ci sono anche dieci posti auto in più, sempre che non sia un problema fare cento metri a piedi».

E quindi perché dire no al passaggio di proprietà? «Perché la chiesa rappresenta le nostre radici e la nostra storia. Al vescovo lo abbiamo detto: siamo disposti ad accettare un comodato d’uso alle stesse condizioni del precedente, tranne una. E cioè, che due volte l’anno la chiesetta la possiamo usare noi per le nostre funzioni». In attesa che la Curia formalizzi una risposta, il parroco di San Bernardo, don Enrico Chianese, chiarisce: «Nessuna contrapposizione, ci mancherebbe – dice – Con gli ortodossi, siamo fratelli nella fede. Ma quella chiesa appartiene alla popolazione, che la sente propria. Quindi ben venga il comodato gratuito, e ben volentieri». Nessun commento invece da padre Babula: «Mi spiace, non rilascio dichiarazioni».
 

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