In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

La scossa di Renzi: «Basta piangere»

Per il segretario nazionale del Pd un caffè e l’incontro al Salone dei Duemila: «Ripartite dalle radici del passato»

2 minuti di lettura
IVREA . Avversari dentro il partito e ora, dopo la scissione, ormai avviati su due binari separati. Nell’incrocio delle coincidenze nei luoghi e negli spazi, un punto di convergenza (l’unico) Matteo Renzi, ex premier ed attuale segretario del Pd e Pierluigi Bersani, già ministro dell’industria e segretario Pd, ora nobile del Mdp (Movimento democratici e progressisti) lo hanno trovato proprio ad Ivrea, dove entrambi hanno fatto tappa, a distanza di meno di 24 ore. Un punto che parte dalla storia dell’Olivetti. Per entrambi è stata una grande esperienza industriale tramontata, perché al Governo di allora era mancato il coraggio di sostenerla nel passaggio dalla meccanica all’informatica.

«Ma che si vuole fare, restare a piangere? - ha detto venerdì Renzi al salone dei Duemila-. Bisogna ripartire dalle radici del passato, ma bisogna guardare al futuro. In questo Paese serve una politica industriale con un orizzonte temporale ampio». Stop al passato, il tema è il futuro e la sua progettazione. E, dentro l’Italia del futuro, per Renzi tutti coloro che hanno idee hanno spazio per rimboccarsi le maniche e costruire. Per il resto, qualche battuta sui temi nazionali («no alle politiche dell’assistenzialismo, come il reddito di cittadinanza, sì al reddito di inclusione, che ti aiuta a mantenere la dignità in un momento difficile ma al tempo stesso ti chiede di rimetterti in gioco») e un distinguo sullo scopo del viaggio a conoscere l’Italia («sono qui per ascoltare, la campagna elettorale inizierà da gennaio»). Che però, ormai la campagna elettorale sia iniziata è un fatto certo così come lo sia in modo particolare a Ivrea, che si appresta anche al rinnovo del sindaco. La presenza, in pochi giorni, di tre leader nazionali è forse anche l’indicatore di un sentire che vede il grande valore simbolico di Ivrea, roccaforte del centro sinistra per la prima volta considerata espugnabile per un mix di situazioni nazionali e locali. Il tema oggi è - a livello nazionale come locale - l’autosufficienza del Pd alla conta elettorale e a Ivrea l’area culturale a sinistra del Pd ha già avviato un percorso verso le amministrative e poi c’è il gruppo di Mdp e una stessa area di minoranza dentro al partito che puntava a una candidatura fuori dal Pd e un nome l’aveva anche trovato.

Per Renzi, Ivrea è stata l’ultima tappa del treno di Destinazione Italia. Confermata la presenza (nell’aria da giorni), solo il pomeriggio precedente, Renzi è arrivato con un’abbondante ora di ritardo (l’ora indicata per il salone dei Duemila era in pratica la stessa del suo incontro in Valle d’Aosta).

All’arrivo, Renzi ha preso un caffè a La direzione del benessere e incontrato i vertici di Rgi, poi ha raggiunto il Salone dei Duemila. Renzi ha appreso del rush finale della candidatura Unesco di Ivrea, città industriale del ventesimo secolo e quindi non a caso è stato scelto (seppure non riscaldato) il Salone dei Duemila. Per il leader, applausi, strette di mano, autografi e gli immancabili selfie di una platea amica composta da imprenditori, sindaci, associazioni, militanti. La contestazione è rimasta virtuale, nei social, tra lo sfottò, la dichiarata indifferenza, e i seminatori di odio, che nella raffica dei commenti non mancano mai. (ri.co.)

I commenti dei lettori