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In coda tra speranze e delusioni

Gli over 40 sono disillusi, i giovani entusiasti: «L’importante è fare esperienza»

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IVREA. Nella lunga fila che lo scorso venerdì in corso Vercelli aspettava di entrare al Centro per l’impiego, dove era in programma “Wooooow, io ed il mio futuro in Canavese”, le aspettative erano diverse e contrastanti: giovani (la maggior parte) che ci credono e sperano, over quaranta che invece sono più scettici e criticano. Due facce della stessa medaglia: la speranza di un lavoro per il futuro e il disincanto di chi sta cercando, non riesce a concretizzare e si scontra con condizioni difficili sul fronte dei diritti.

Massimo Cundari, 55 anni, fa parte del “coordinamento giustizia sociale di Ivrea”. È rimasto senza lavoro dopo tanti anni come operaio in diverse aziende osserva: «In Canavese ci sono 10 mila disoccupati. Ciò dimostra che iniziative come quella di oggi servono a poco. Le aziende ricercano soprattutto tirocinanti. E se assumono lo fanno con contratti a tempo determinato. Alla fine le assunzioni saranno poche. Occorre quindi un welfare più forte e l’introduzione del reddito minimo garantito». Daniela Rosso ha 48 anni e vive a Strambino: «Io ero una team leader in una ditta che poi ha chiuso. Qui per me non vedo grandi opportunità. A mio parere i saloni del lavoro sono degli spot elettorali. Un insieme di numeri per fare notizia, a cui però manca il vero obiettivo».

La pensano diversamente i giovani che venerdì aspettano composti in file ordinate il loro turno. Manuela Revello, 34 anni di Scarmagno ci spera: «Io ho lavorato 15 anni in un’agenzia di viaggi che poi ha chiuso. Conosco molto bene l’inglese e so di poter avere delle chanche oggi, in base ai profili ricercati». Ce l’avrà fatta?

Da Torino arrivano insieme Martina Iacona, 22 anni ed una maturità linguistica in tasca e Luca Mordenti, 21 anni neo geometra. Le loro osservazioni concordano: «I saloni del lavoro sono un'occasione importante poiché ci permettono di avere davanti “una faccia”, ovvero di dialogare con un responsabile delle varie imprese che ricercano personale, invece di freddi contatti attraverso i curriculum inviati on line. Chi vale in questo modo può dimostrarlo meglio». Entrambi sperano di fare esperienza nei settori in cui hanno studiato: «Ma qualsiasi lavoro va bene – aggiungono - l'importante è fare esperienze e non stare ad oziare». (l.m.)

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