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Comotto e Sertoli vicini a un accordo

Si lavora per l’apparentamento: tre consiglieri in maggioranza e la carica di vicesindaco. Perinetti: «Noi non ci stiamo»

di Vincenzo Iorio
2 minuti di lettura

IVREA. La proposta di apparentamento lanciata da Francesco Comotto, in vista del ballottaggio di domenica 24 giugno, viene colta dal centrodestra e respinta dal centrosinistra. Ieri è stata una giornata febbrile tra incontri, numerosi giri di telefonate e riunioni di partito. A fine serata l’apparentamento è ancora lontano dall’essere siglato, ma si lavora in questa direzione, a una grande alleanza di quelle forze di opposizioni che negli ultimi cinque anni si sono contrapposte in maniera dura all’amministrazione uscente di centrosinistra.

Francesco Comotto, arrivato terzo alle elezioni di domenica scorsa, punta ad entrare in maggioranza con ben tre consiglieri comunali (a scapito di quelli che in prima battuta hanno sostenuto Sertoli) e a un incarico pesante nella futura giunta. Si parla addirittura della carica di vicesindaco, incarico però già promesso in pubblico ad Elisabetta Ballurio dallo stesso Sertoli. La coalizione di centrodestra, seppur con qualche distinguo e a meno di ripensamenti dell’ultimo minuto, appare disposta a sostenere sacrifici pesanti. La voglia di mandare a casa il Pd è troppo grande e il risultato non è mai sembrato così a portata di mano. Certo, non pochi storcono il naso, ma nessuno vuole assumersi la responsabilità politica di dire “no” a Comotto e una possibilità in più di vittoria

Delle tre liste che hanno sostenuto Comotto, ViviamoIvrea (8,56%), Cambiamo Ivrea (5,68%) e Sinistra e Costituzione (2,22%), quest’ultima è di certo fuori dai giochi. Impensabile un’alleanza con una coalizione a trazione leghista per un lista che al suo interno aveva esponenti di Rifondazione comunista e Sinistra italiana.

Le prossime ore saranno decisive. Ieri sera all’incontro tra Stefano Sertoli e Francesco Comotto ha partecipato anche il segretario cittadino della Lega Giuliano Balzola, azionista di maggioranza con il suo 12,63% e quattro consiglieri su 10 in caso di vittoria. Oggi (venerdì) ciascuna delle due coalizioni incontrerà i rispettivi alleati per ratificare l’apparentamento. Per l’ufficializzazione c’è tempo fino a domenica mattina.

In caso di apparentamento, la Lega dovrebbe rinunciare a un consigliere di maggioranza (forse Marco Neri) e con ogni probabilità resterebbero fuori dal Consiglio un esponente di Insieme per Ivrea e uno di Cambiamo Insieme.

Maurizio Perinetti non ha dovuto neanche pensarci troppo prima di dire “no” all’apparentamento con Comotto: «Non si lasciano a terra gli alleati della prima ora per averne altri». Martedì una riunione con il suo partito, il Pd, da sempre contrario a qualsiasi ipotesi di apparentamento, mercoledì una con la coalizione di centrosinistra, Pd, Moderati e le due liste civiche. «Chiederò a Comotto di incontraci per trovare il modo di collaborare, di condividere punti programmatici da attuare nei prossimi cinque anni ed eventuali responsabilità di governo in caso di vittoria - spiega Perinetti - ma l’apparentamento con noi è escluso».

Le ragioni sono almeno due. «Questa possibilità offerta ai partiti al secondo turno non mi è mai piaciuta - aggiunge Perinetti - è una mossa tattica priva di significato politico e di trasparenza. Davvero non saprei come spiegare agli elettori perché allora non ci siamo alleati prima e lo facciamo solo adesso». Seconda ragione: «Gli eporediesi hanno eletto dieci consiglieri di maggioranza e un eventuale apparentamento escluderebbe la rappresentanza in Consiglio di due liste civiche. Questo sarebbe tradire la volontà popolare». Poi c’è anche una terza ragione, ascrivibile al Pd: perché mai dovrebbe dare le sorti della maggioranza nelle mani di Comotto? È già bastata l’esperienza di 5 anni con consiglieri di maggioranza (tra l’altro del Pd) che hanno fatto il bello e il cattivo tempo.

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