Come la creatura di Matt Groening è passata dall’ironia arguta e pungente alla comicità grossolana e nonsense. Più di trent’anni fa esordiva sulla TV americana uno show destinato a diventare molto presto – come dice spesso uno dei suoi protagonisti principali – “mitico!”: I Simpson.

Difficile trovare qualcuno che non abbia mai visto almeno un episodio della serie o che non conosca i numerosi ed irresistibili gialli di Springfield, a partire ovviamente dai componenti della famiglia Simpson (Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie) fino ad arrivare ad altri personaggi inizialmente secondari ma che hanno saputo ritagliarsi nel corso degli anni una popolarità sempre crescente, fra i quali ricordiamo il bigotto vicino di casa Ned Flanders, Krusty, il clown dedito all’alcool e al gioco d’azzardo, il barista perennemente depresso Boe Szyslak, il cinico proprietario della centrale nucleare Monty Burns e tanti altri.

 

 

I Simpson

 

 

Sotto la superficie del cartone animato (aspetto che ha sempre portato a pensare che si trattasse di un prodotto destinato prevalentemente ai bambini), si nascondeva un sagace ed arguto ritratto della società moderna

Sotto la superficie del cartone animato (aspetto che ha sempre portato a pensare che si trattasse di un prodotto destinato prevalentemente ai bambini), si nascondeva un sagace ed arguto ritratto della società moderna, che affrontava temi come la religione (ad esempio nell’episodio 04×03 Homer l’eretico, in cui il capofamiglia Simpson decideva di non recarsi più in chiesa la domenica), la politica (si veda l’episodio 03×02 Il signor Lisa va a Washington, in cui Lisa Simpson denuncia tramite un saggio ad un concorso la corruzione dilagante fra le più alte cariche istituzionali americane) e irrideva il servilismo dei media con la loro cattiva informazione, il potere delle grandi industrie sui cittadini comuni e la totale incompetenza delle forze dell’ordine, il tutto condito con numerose citazioni di cultura pop (ad esempio l’episodio 08×10 Springfield Files ispirato ad X-Files o il celebre doppio episodio a cavallo fra la sesta e la settima stagione Chi ha sparato al Signor Burns? che si basava sul quasi omonimo episodio della soap opera Dallas).

 

X-Files ne "I Simpson"

Mulder e Scully in versione Simpson

 

Il connubio fra personaggi ben scritti e testi intelligenti e brillanti ha fatto de I Simpson una serie dal fortissimo impatto culturale (basti pensare al fatto che l’esclamazione tipica di Homer, “D’oh!” è entrata a far parte dell’Oxford English Dictionary), amatissima sia dalla critica (il Time Magazine nel ’99 l’ha incoronata come “Miglior serie televisiva del secolo”) che dal pubblico.

Ma qualcosa cominciò a non funzionare più dopo la fine della decima stagione. Lo show, dopo molti anni, ha cominciato a soffrire di una fisiologica stanchezza e molti autori storici cominciarono via via a lasciare il team.

Ma qualcosa cominciò a non funzionare più dopo la fine della decima stagione. Lo show, dopo molti anni, ha cominciato a soffrire di una fisiologica stanchezza, e molti autori storici fra cui Sam Simon e Conan O’Brien cominciarono via via a lasciare il team, senza contare il fatto che il creatore Matt Groening aveva cominciato a concentrare le proprie energie sulla sua nuova serie, Futurama.

Stagione dopo stagione, i Simpson hanno iniziato a perdere gradualmente la propria identità, anche solo per un singolo episodio:

Homer, personaggio noto per la sua pigrizia, le esplosioni di rabbia, la scarsa intelligenza (il regista David Silverman lo ha definito “creativamente intelligente nella sua stupidità”) e l’amore per la sua famiglia è diventato semplicemente… stupido.

Lisa, da bambina intellettualmente dotata e anticonformista è diventata trendy (esempio emblematico l’episodio conclusivo della ventitreesima stagione Lisa diventa Gaga, votato su IMDB come il peggior episodio di sempre della serie).

Bart, da bambino ribelle che detesta la scuola e prende in giro i secchioni diventa addirittura uno studioso (Bart si ferma ad annusare le Roosevelt, 23×02).

Anche un personaggio secondario “storico” come Barney Gumble, noto come incallito alcolista, diviene per lungo tempo sobrio, perdendo quindi il tratto distintivo che lo rendeva comico.

Oltre al cambiamento dei propri personaggi, si è vista una stanchezza nel tono generale della serie, con un continuo proliferare di situazioni assurde.

Oltre al cambiamento dei propri personaggi, si è vista una stanchezza nel tono generale della serie, con un continuo proliferare di situazioni assurde nelle stagioni più recenti: Bart che diventa pianista (Il favoloso Barter 24×20), Homer che arbitra ai mondiali di calcio in Brasile (Non sei tenuto a vivere come un arbitro 25×16) o che diventa un parrucchiere provetto (Homer mani di forbice 22×20), Nonno Abe Simpson lottatore di wrestling (Magnifico nonno 24×14) e Lisa che partecipa ad un talent show (Nascerà una stellina 16×18).

Scontato pensare che tutto ciò sia dovuto ad una mancanza di idee su come mandare avanti la serie, tuttavia il fattore più preoccupante è che I Simpson si siano standardizzati alle serie animate concorrenti, diventando un prodotto molto più simile ai dissacranti e volgari South Park o I Griffin (serie a sua volta “ispirata” proprio da Homer e soci), andando quindi in cerca della risata facile e del nonsense assoluto.

 

Simpson e Griffin insieme

Simpson e Griffin si incontrano in “The Simpson Guy”.

 

Il punto di non ritorno della serie può essere identificato proprio nel crossover fra la creatura di Matt Groening e quella di Seth Mc Farlane, dove la famiglia Simpson e quella Griffin sembrano quasi uniformarsi, certificando il “cambio di stile” dei primi in favore dei secondi.

Al momento non sembra essere in programma da parte della Fox una chiusura della serie: chi è legato ai “veri” Simpson non può far altro che rivedere i vecchi episodi che ne hanno fatto una pietra miliare della televisione.

 

La serie I Simpson ha all’attivo 477 episodi divisi in 29 stagioni (più un film uscito nel 2007). La trentesima stagione, già annunciata, è in uscita nel 2018-2019.