Reddito di cittadinanza: Regioni non resteranno col cerino in mano

"Tutti siamo d'accordo che le persone in difficoltà vanno aiutate economicamente e a trovare un lavoro ma vanno messi in campo sistemi che siano efficaci ed efficienti altrimenti c'è il rischio che la misura resti di natura puramente assistenziale. Servono chiarezza e tempi certi perché le Regioni non ci stanno a restare con il cerino in mano". Di ritorno dall'incontro di lunedì a Roma con il ministro Luigi di Maio, l'assessora al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, non nasconde le perplessità sull'attuazione concreta del reddito di cittadinanza, la misura varata dal governo e destinata a contrastare la povertà. Intanto, in gran parte della regione i Caf, i centri di assistenza fiscale, sono stati presi d'assalto non solo per chiedere informazioni sugli adempimenti da compiere ma anche per la compilazione del modello Isee, uno dei documenti necessari per richiedere i 780 euro mensili. "Nessuno mette in discussione gli obiettivi del provvedimento ma siamo molto preoccupati per come tutto il processo si esplicherà - spiega Pentenero all'Adnkronos - nell'incontro con il ministro l'idea che ci siamo fatti è che l'intenzione sia un po' quella di sfogliare un carciofo: prima ci si occuperà della parte assistenziale, quella economica, per intenderci. Con un modulino semplice, ripeto le parole del ministro, che si troverà sul sito delle Poste e dell'Inps , sulla base di quello che prevederà il decreto, i cinque milioni di poveri del Paese potranno fare domanda e, una volta ricevuti i soldi, cominciare a spendere, mentre la parte di presa in carico da parte dei servizi territoriali se non viene meno, viene comunque posticipata". Ed è proprio questo aspetto a preoccupare di più l'assessora piemontese perché a tutt'oggi non è ancora stato completato il necessario processo di rafforzamento dei centri per l'impiego. "In Piemonte - osserva - i centri per l'impiego sono sempre stati un fiore all'occhiello ma in questi anni si sono depauperati di personale per via dei pensionamenti e anche il passaggio a una nuova governance, dalle province all'Agenzia Piemonte Lavoro (ente strumentale della Regione, ndr) è evidente che necessita di una fase di assestamento. Viene, quindi, da chiedersi, come in breve tempo i centri per l'impiego possano essere dotati di tutti gli strumenti, materiali e immateriali, necessari a diventare il fulcro della nuova misura". "I 7 miliardi stanziati per la misura includono anche un miliardo circa per il loro potenziamento, poi c'è l'assunzione dei cosiddetti navigator che vorremo capire chi sono, da dove vengono e come saranno assunti. Tutti elementi che richiedono chiarezza e tempi certi - prosegue Pentenero - altrimenti il rischio è che a subire l'impatto più negativo siano le Regioni, soprattutto quelle come il Piemonte che ha sempre avuto sempre una rete di servizi per il lavoro pubblici e privati di un certo livello. Ma le Regioni - conclude - non vogliono restare con il cerino in mano o fungere da capro espiatorio sentendosi dire che non sono in grado di rispondere a una misura che per funzionare deve essere dotata di strumenti efficaci ed efficienti".

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