ALTA TENSIONE

Referendum sulla Tav, "voti tutto il Nord"

Lombardia, Liguria e Veneto affiancano l'iniziativa del Piemonte. "La questione è talmente dirompente e cruciale che sono saltati, sul piano locale, gli steccati politici romani", afferma il forzista Napoli. Un modo (anche) per non lasciare troppo spazio a Chiamparino

Asse dei governatori del Nord per portare il nodo della Tav ad una consultazione popolare e provare a superare così l’impasse del governo sulla Torino-Lione. I governatori del Piemonte e della Lombardia si dicono entrambi favorevoli all’indizione di un referendum sul quale si era espresso positivamente anche il presidente del Veneto Luca Zaia. “C’è una dead line ed è quella dell'11 marzo: se la società di gestione avrà il via libera per fare i bandi, e proseguire i lavori, tutto bene; se dovessero rinviare ulteriormente, ho già il quesito pronto: chiederò al ministro Salvini di celebrare una consultazione popolare insieme alle elezioni Regionali ed Europee” ribadisce Sergio Chiamparino. “Se l’unico mezzo per far sentire la nostra voce è il referendum, sono disponibile a seguire l'esempio di Sergio” gli fa eco il governatore della Lombardia Attilio Fontana. E favorevoli alla Tav sono anche i governatori della Liguria e del Veneto, Giovanni Toti e Zaia, ricorda il deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli: “La questione è diventata talmente dirompente e cruciale che sono saltati, sul piano locale, quegli steccati politici che resistono invece a Roma” fa notare il parlamentare azzurro. Un modo anche per sottrarre un po’ di terreno sotto i piedi di Chiamparino in vista delle urne del 26 maggio.

Intervenendo ieri assieme al collega lombardo a 1/2h in più su Rai3 Chiamparino ha ricordato di essere “sempre stato a favore della Tav”; “ero sindaco a Torino nei primi cinque anni del nuovo secolo, quando si è consumato lo scontro più elevato tra movimento No Tav e i favorevoli ed io ho avuto un ruolo non secondario nel trovare la soluzione insieme a il sottosegretario Gianni Letta nella costituzione dell’Osservatorio del territorio che ha consentito di cambiare radicalmente il progetto”. Con il 2006 quando si costituisce l’Osservatorio si cambia radicalmente il progetto con un costo più che dimezzato, da 24 a nemmeno 9 miliardi. “Quando si parla di mini-Tav – ha fatto notare – si parla di una cosa che c’è già”.

Mentre nell’esecutivo gialloverde le posizioni sull’opera continuano ad essere contrapposte con i Cinque Stelle che ribadiscono la contrarietà dei loro elettori e la Lega che spinge per farla, oggi Luigi Di Maio, a Torino per lanciare il fondo nazionale sulle startup, cercherà di evitare di entrare nella querelle. La piazza torinese è in ebollizione, con il fronte del sistema imprenditoriale e del lavoro schierato a favore della Tav e la base grillina in ebollizione. Il vicepremier e capo politico pentastellato, affiancato da Davide Casaleggio e dalla sottosegretaria al Mef Laura Castelli, alle Ogr incontrerà la sindaca Chiara Appendino, ma tutti smentiscono che possa tenersi un “vertice” politico: di certo un “gabinetto di crisi”, per quanto informale è però ormai attivo da giorni.

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