VERSO IL VOTO

Quote rosa e percentuali azzurre, nodi dei partiti per le Europee

Duello Bresso-Pinotti per il secondo posto nella lista Pd. In Forza Italia pressing sul Cav perché molli subito il seggio optando per la Circoscrizione delle isole. Lega piemontese compatta sul lombardo-ossolano Panza, segretario organizzativo federale

Nulla nel Pd sarà come prima, inteso quando c’era Matteo Renzi, tantomeno alle europee. Chi non ricorda la mossa straniante, ma che insieme a molto altro portò quell’impensabile (ora più di allora) superamento del 40%, di piazzare tutte donne in testa di lista nelle cinque circoscrizioni?

Quante saranno stavolta ancora non si sa, ma è certo che al Nord, sia guardando verso Est sia verso Ovest, il ruolo di capolista sarà per due uomini. Carlo Calenda nel Nord-Est e Giuliano Pisapia nel Nord Ovest, circoscrizione che oltre a Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta comprende anche il Piemonte. Ecco, quella che non è cambiata è la provenienza di chi il Pd ha deciso di piazzare al primo posto: cinque anni fa era stata la lombarda, di Monza, Alessia Mosca e stavolta tocca all’ex sindaco di Milano.

Premesso che per conquistare un seggio in Europa bisogna prendere le preferenze e le preferenze che l’elettore può esprimere sono al massimo tre (nel qual caso devono comprendere sia uomini, sia donne), le prime posizioni nelle liste sono sempre ambite anche per quella sottesa indicazione dai vertici del partito che contengono.

Detto questo, contrariamente a cinque anni fa quando il secondo posto fu assegnato a Sergio Cofferati, stavolta il Piemonte sembra poter piazzare un suo uomo, anzi no, una sua donna vista l’alternanza di genere. E qui la faccenda un poco s’ingarbuglia, perché l’attuale europarlamentare Mercedes Bresso è decisissima a tenere il punto provando a fare lo stesso con il seggio a Strasburgo, ma crescono le quotazioni (e i sostegni nazionali) a favore del secondo posto in lista per l’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti, ligure sì ma eletta in Senato nel collegio del Piemonte 2. Schierata da subito con Nicola Zingaretti, la Pinotti è stata per un po’ in predicato di essere lei la capolista nel caso Pisapia avesse rinunciato. Un asse ligure-piemontese, unito al profilo dell’ex titolare della Difesa (prima donna a ricoprire nella storia delle Repubblica quel ruolo) accrescerebbe le chance per l’attuale senatrice verso l’europarlamento.

Probabile la non ricandidatura, in assenza di deroga, per la lombarda Patrizia Toja, borsino stabilmente verso l’alto per lo spezzino Brando Bonifei (con il quale Bresso accarezza l’idea di un ticket), mentre la strada si presenta non poco in salita per l’altro eurodeputato piemontese del Pd, Daniele Viotti. Nella formazione del Nord-Ovest i dem dal Piemonte schiereranno anche la costituzionalista Anna Mastromarino, data vicina all’ex parlamentare Davide Mattiello e agli ambienti di don Luigi Ciotti. Poi nel partito, cui le previsioni assegnano 4 seggi nel NordOvest, sembrano muoversi due pantere grigie come l’ex sottosegretario Luigi Bobba e il già viceministro all’Economia Enrico Morando.

Quest'ultimo non avrebbe preso male (come qualcuno dei suoi pensava) l’essere rimasto fuori dalla Direzione Nazionale, lui che ha contribuito in maniera pesante alla stesura della mozione Giachetti-Ascani, preferendo forse porre all’ex vicepresidente della Camera la questione di una sua candidatura alle europee in posizione ben visibile in lista, e con una sorta di mandato a rappresentare in quella competizione la minoranza più lontana da Zingaretti.

Fin qui i giochi, ancora piuttosto aperti, in casa piddina. Sull’altro fronte, quello del centrodestra, in Forza Italia c’è chi ha la tentazione di tirare un sospiro di sollievo, pur tra mille cautele e con la scaramanzia dovuta, davanti all’ipotesi sempre più concreta che Silvio Berlusconi, capolista ovunque tranne che nel centro per lasciare campo libero ad Antonio Tajani, opterà per conservare il seggio conquistato nelle isole e non come si vociferava quello del Nord-Ovest.

Questo significa un posto in più, pur sempre da contendere agli uscenti (tutti ricandidati dal Cav) incominciando dalla lombarda Lara Comi e i superfavoriti Massimiliano Salini e Mauro Parolini oltre al gelminiano Pietro Tatarella, attuale capogruppo azzurro a Palazzo Marino. Tutti lombardi.

E in Piemonte? Se la candidatura alla presidenza della Regione si allontanerà definitivamente per Alberto Cirio l’europarlamentare di Alba avrebbe più che buone possibilità, giocando anche sul solidissimo asse con la Liguria, per fare un altro giro in Europa. Forse non è un caso che ad oggi dagli azzurri piemontesi non sia uscito un nome per Strasburgo. Meglio attendere e, nel caso, concentrare tutti gli sforzi sull’uscente.

Nessuna dispersione anche tra i Fratelli d’Italia che puntano sul solo nome dell’ex sindaco di Rivarolo Canavese, Fabrizio Bertot.

Europarlamentarie, addirittura a doppio turno (prima per selezionare i candidati in ambito regionale e poi, tra i primi dieci a livello di circoscrizione) sulla piattaforma Russeau per il Cinquestelle che, in Piemonte, sembrano voler andare sul sicuro riportando in Europa Tiziana Beghin, genovese di nascita ma alessandrina di adozione. Quindi solito voto online, ma l’ultima parola al capo politico Luigi Di Maio.

Chi, sondaggi alla mano, conta di far molti più europarlamentari del socio di governo è proprio la Lega che, per questa ragione, avrebbe già predisposto accurati piani per evitare dispersioni di voti e concentrare invece i consensi sugli uomini che Matteo Salvini vuol mandare in quell’Europa da cambiare.

Al posto del Capitano, a Bruxelles era subentrato Oscar Danilo Lancini, così come a sedere al posto del prematuramente scomparso Gianluca Buonanno era stato il pavese Angelo Ciocca, quello che ha preso il foglio del discorso del commissario Pierre Moscovici e lo ha calpestato davanti alle telecamere.

Una performance discutibile che certo non pare essergli fruttata un ripensamento tra quei dirigenti leghisti parecchio irritati da più di un suo atteggiamento, tanto da far scendere il suo borsino in via Bellerio. Dove, invece, il Capitano pare aver già scelto l’uomo su cui far arrivare il massimo delle preferenze dal Piemonte: è Alessandro Panza, attuale responsabile nazionale per l’organizzazione della Lega.

Classe 1982, nato a Domodossola, da suo assistente parlamentare a Bruxelles Salvini lo ha promosso a uno degli incarichi più importanti per il partito: è lui l’artefice degli eventi del Carroccio in tutto il Paese. I vertici della Lega punteranno molto anche sul consigliere regionale ligure Francesco Bruzzone, già candidato nel 2014 non eletto ma con 21mila preferenze dalla sua e poi sul lombardo Dante Cattaneo, sindaco di Ceriano Laghetto e ancora sul milanese Alessandro Morelli.

Dal Piemonte quasi certamente proverà a trovare il biglietto per Strasburgo l’attuale capogruppo in Regione Gianna Gancia. Nel partito c’è chi attribuisce al di lei marito, ovvero Roberto Calderoli, un ruolo di spinta a suo favore presso il vertice del Carroccio. Vero, non vero, certo le ruggini non sono sparite del tutto se voci autorevoli della Lega non evitano di far sapere che lei i voti dovrà cercarseli, come dire: il partito non farà nulla per agevolarla. E se tra i nomi spunta anche quello del novarese Federico Perugini, tutto lascia supporre che l’indicazione di partito in Piemonte sarà per lo stretto collaboratore del Capitano.

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