In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Serve per 50 anni la comunità ma non basta per l’onorificenza

Este: il Consiglio ha bocciato la cittadinanza onoraria a don Orlando Zampieri, parroco di Meggiaro. Il sindaco Gallana: «La minoranza ha perso senso civico e rispetto». La replica: «Doveva coinvolgerci»

di Nicola Cesaro
2 minuti di lettura

ESTE. La politica, quella con la “p” minuscola, vince sull’affetto e sulla riconoscenza. Il consiglio comunale di Este ha bocciato la cittadinanza benemerita a don Orlando Zampieri, il parroco di Meggiaro che per cinquant’anni ha servito (e serve) la comunità estense.

La proposta di cittadinanza benemerita era stata avanzata dal sindaco Roberta Gallana, che l’aveva promessa già un anno fa al sacerdote. A stroncare il riconoscimento ci hanno però pensato, giovedì sera, i voti contrari dei consiglieri Silvia Ruzzon (Pd), Stefano Ajuari Stoppa, Alberto Fonasiero (Civiche d’Este) e Francesco Roin (M5S) e le astensioni di Giancarlo Piva (Pd) e Carlo Zaramella (Este Sicura). Serviva la maggioranza qualificata - il voto di tre quarti del consiglio - e la maggioranza della Gallana non è bastata a far passare la proposta.

Il giorno dopo è una gara di accuse tra le parti, con il sindaco che stigmatizza la mancanza di senso civico e rispetto delle persone delle minoranze, e le opposizioni che puntano il dito contro il mancato coinvolgimento in quella che dovrebbe essere un’iniziativa condivisa da tutte le forze politiche del consiglio.

In questo marasma, tuttavia, nessuno ha avuto il tempo di avvisare il diretto interessato, che ha appreso del mancato riconoscimento solo dalla stampa, a sedici ore dal “triste” consiglio. Una gaffe nella gaffe.

«La politica ha vinto sull’affetto», è il commento amareggiato di don Orlando, che dopo mezzo secolo di servizio a Este cederà il passo a don Ottavio De Stefani nella parrocchia di San Girolamo, quella che lui ha fondato nel 1975. «Lo stesso affetto che ogni giorno mi testimoniano i miei parrocchiani e la città, e che evidentemente è stato soffocato dalle logiche politiche in consiglio».

«Sono così accecati dall’acredine nei miei confronti che hanno perso il senso civico e il rispetto per le persone», è il commento della Gallana, che si dice sconcertata. «Un semplice e sincero atto di riconoscenza verso un sacerdote che ha dedicato la vita per la sua comunità è stato trasformato in scontro politico. Qui la politica non c’entra, e le minoranze erano ben a conoscenza della proposta».

Si accoda anche il presidente del consiglio, Roberto Trevisan: «Sono veramente dispiaciuto perché le minoranze non hanno evidenziato le motivazioni al voto contrario. Al di là dell’esito della votazione, resta in noi forte un sentimento di gratitudine nei confronti di chi ha impegnato la propria vita per il bene della comunità».

Roin ha motivato il suo voto contrario spiegando che «la benemerita onorificenza andrebbe concessa semmai a tutti coloro, disoccupati, artigiani, giovani, lavoratori, imprenditori, padri di famiglia, tutori della sicurezza che ogni “santo” giorno sbarcano il lunario», sostenendo che l’amministrazione voleva elargire il riconoscimento per «i favori elettorali ottenuti grazie al parroco» e dando anche del «don Abbondio» a Piva che ha scelto di astenersi.

«Il nostro voto è stato un voto contro la supponenza e l’inadeguatezza istituzionale del sindaco», è la posizione delle altre minoranze. «La concessione della cittadinanza deve vedere un consenso ampio e trasversale e la necessità dei tre quarti dei voti dei consiglieri garantisce che la concessione non sia appannaggio solo della maggioranza. Il sindaco doveva scendere dalla sua torre eburnea e degnarsi di concordare con le minoranze questo passaggio, invece non ha nemmeno convocato un incontro con i capigruppo. Ci dispiace che il sindaco abbia strumentalizzato una figura rispettata come quella di don Orlando».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

I commenti dei lettori