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«Lo ius soli è una questione di civiltà»

L’appello di Giordani al Parlamento: un principio così importante non può diventare una disputa legata alle elezioni

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Una sfida al governo e al parlamento. Sergio Giordani non si tira indietro sullo ius soli, la legge che permetterebbe ai bambini nati nella Penisola da genitori stranieri di ottenere la cittadinanza italiana. Una sfida nel nome del «buonsenso», proprio lo slogan della sua campagna elettorale.

In un momento in cui l’esecutivo di Gentiloni è in difficoltà per le defezioni dei parlamentari di Alfano, il primo cittadino si colloca sulla linea del ministro Graziano Delrio, lesto a rimboccare persino Maria Elena Boschi. E sulla linea della Cei, che anche ieri ha proseguito il suo pressing.

Un intervento maturato anche sulla scia dei casi padovani, come la scuola elementare Rosmini all’Arcella, dove una delle nuove prime classi è composta da soli bambini di origine straniera: «Le nostre scuole primarie sono grandi laboratori di integrazione positiva, dove il diritto alla formazione è universale e per tutti, come è giusto che sia – racconta il sindaco – Io stesso sono nonno di tre splendidi nipotini. Quando mi parlano dei loro piccoli amici e compagni di classe me li indicano per nome, non certo per etnia o colore della pelle. Non rendiamo complicato, noi grandi, un tema che è già normale oggi per chi deve abitare l’Italia di domani».

Giordani però non dimentica di porre la questione anche su un piano più squisitamente politico: «Non possiamo permetterci che una questione di civiltà diventi oggetto di dispute ideologiche legate alle scadenze elettorali – ha spiegato Giordani – Per questo, da sindaco di una grande città credo sia giusto chiedere uno sforzo trasversale a tutte le forze politiche».

Nel suo appello ai legislatori Giordani non dimentica le recenti manifestazioni dell’estrema destra: «In un tempo in cui esistono i rischi di derive legate alla paura e al razzismo, ogni giorno noi sindaci ci confrontiamo con la missione di lavorare per garantire coesione sociale – è la riflessione del primo cittadino – Lo facciamo perché sappiamo che lo dobbiamo alle nostre città: la sicurezza di domani si costruisce lavorando per l’inclusione oggi, proprio a partire dai più piccoli».

Ieri il dibattito sullo Ius soli ha visto anche la presa di posizione di un altro ministro, Anna Finocchiaro, che ha la delega ai rapporti con il parlamento: «È una riforma che va approvata quanto prima, ossia appena ci sarà il numero necessario dei senatori favorevoli che ora manca». E, oltre a Giordani, anche il sindaco di Catania Enzo Bianchi ha chiesto la legge: «Trovo vergognoso che a questi ragazzi non sia riconosciuta la cittadinanza – ha spiegato – Io ho adottato un registro di stato civile che si chiama “Catanesi per diritto di nascita”, una piccola carezza ma quei ragazzi li faccio sentire cittadini della mia città». Un’iniziativa che potrebbe essere replicata nella città del Santo.

Claudio Malfitano

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