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Le mamme no-Pfas di Montagnana dal ministro

Disappunto dopo il confronto: «Il piano della Regione per superare l’emergenza non è finanziato»

di Nicola Cesaro
1 minuto di lettura

MONTAGNANA. Le mamme “no Pfas” sono arrivate fino al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Mercoledì una delegazione delle “Mamme No Pfas – Genitori attivi zona rossa” ha fatto tappa a Roma, nella sede del Ministero dell’Ambiente.

Le mamme, tra queste anche rappresentanti di Montagnana, sono state accolte dal ministro Gian Luca Galletti. Erano accompagnate dall’avvocato Edoardo Bortolotto di Medicina Democratica e dal chimico Loretta Cadaldini, mentre con il ministro c’erano Gaia Checcucci, numero uno della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, e Francesco Gigliani, dirigente della Divisione per il bilancio idrico e utilizzo delle risorse.

Sul tavolo del confronto vari argomenti: l’abbassamento dei limiti di Pfas, il controllo delle aziende locali che trattano inquinanti chimici, la bonifica dell’area Miteni, e ancora la realizzazione di un collettore di sversamento nel Fratta Gorzone, la richiesta dello stato di emergenza per l’area di contaminazione da Pfas, il timore per il rincaro delle bollette dell’acqua, oltre a maggiori garanzie sul fronte della contaminazione degli alimenti e sulla realizzazione dei nuovi allacciamenti acquedottistici.

«Abbiamo trovato un clima di ascolto e dialogo costruttivo e caratterizzato da franca schiettezza», spiegano le mamme, che tuttavia si portano a casa anche qualche malumore dall’incontro romano.

Il riferimento e agli impegni annunciati dalla Regione Veneto: «Abbiamo appurato che dalla Regione sono state inviate al Ministero, in data 23 settembre, solamente “idee progettuali” allo stato non finanziabili – che abbiamo potuto visionare – prive di piano finanziario».


 

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