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Pieve, muore il medico e il prete non concede di pregare nella chiesa

I parrocchiani, tutti pazienti del dottore spentosi a 57 anni, si organizzano: stasera il rosario auto-gestito in ambulatorio

di Giusy Andreoli
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CURTAROLO. Avevano chiesto al parroco di aprire la chiesa per recitare il rosario in suffragio del dottor Michele Sullo, l’amatissimo e stimatissimo medico di base di 57 anni morto martedì a causa di un male incurabile che lo ha stroncato in pochi mesi. Ma il parroco ha risposto negativamente. Così i pazienti e i residenti di Pieve si sono organizzati per fare una veglia di preghiera in proprio nel settimo, nello stabile di via Marconi dove il medico aveva l’ambulatorio.



Ad andare incontro al desiderio di pregare tutti assieme è stato Luciano Salvato, il proprietario dell’ambulatorio, che ha messo a disposizione e allestito una stanza. Una decisione che Salvato ha preso di getto, soprattutto dopo aver visto tantissimi pazienti di Sullo piangere la sua morte. L’incontro di preghiera è fissato per questa sera alle 20; le organizzatrici hanno invitato i partecipanti a presentarsi con una candela da accendere. Messo sotto accusa, don Lorenzo, contattato per telefono, spiega: «Non mi sono rifiutato, io ho indicato cos’era meglio fare. Ho detto che era utile che andassero dove si facevano il rosario e il funerale, cioè a Villafranca, che è il paese dove il medico abitava. Tutti hanno la possibilità di muoversi. Se pensano di fare per conto loro che facciano, a me non hanno detto niente».

Il no del parroco ha però scatenato una rivolta. Decine le proteste sul web. «Il parroco ha detto che non serve perché chi vuole partecipare ha tanti mezzi per muoversi oppure possono dire il rosario a casa per conto proprio. Che vergogna, non ho parole», ha affermato M.M., una paziente di Sullo. «Sono indignata perché penso a tutte quelle persone anziane impossibilitate a recarsi al rosario nel paese del medico. Sono indignata che anche davanti a una richiesta lecita di noi tutti un sacerdote possa rifiutarsi» ha aggiunto A. M. «Si lamenta sempre che non c'è gente in chiesa la domenica e quando gli viene chiesto di raccogliere la comunità in preghiera si rifiuta», è l’affondo di T.M.

Qualcuno ha azzardato una difesa del parroco affermando che, in fondo, celebra la messa tutte le sere alle 18.30. Qualcosa circa la reazione veemente dei parrocchiani deve essere giunta alle orecchie di don Lorenzo. Perché è corso ai ripari. «Ho organizzato la celebrazione di una messa per mercoledì alle 18.30», dichiara il sacerdote. Una decisione che giunge forse un po’ tardiva rispetto alle aspettative dei suoi parrocchiani.

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