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«Accordo integrativo a Padova interesserà 6 lavoratori su 10»

Finco, Confindustria: «Produttività e crescita dei salari» In Veneto 4.138 contratti per la detassazione dei premi

di Riccardo Sandre
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PADOVA. «Con il nuovo accordo sul modello contrattuale estenderemo la platea degli interessati almeno al 60% dei lavoratori della provincia». È quanto dichiara il presidente di Confindustria Padova Massimo Finco in merito all’annuncio della sigla, ieri a Roma, di un accordo sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali fra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Un accordo che pure confermando i 2 livelli di contrattazione (nazionale e aziendale o territoriale), indica nuovi criteri di calcolo degli aumenti salariali, introduce il Trattamento economico complessivo e minimo (Tec e Tem) e definisce per la prima volta la misurazione della rappresentanza anche per le imprese. Un accordo in grado di dare nuovo spazio alla contrattazione aziendale legata alla produttività, uno degli obiettivi espressi da tempo dall’associazione degli industriali.

«Pure se il territorio non è nuovo a questi contratti dobbiamo moltiplicarli» aggiunge il presidente di Confindustria Padova «Un segnale importante di innovazione contrattuale e culturale che spinge alla crescita della produttività in azienda e, con essa, dei salari dei lavoratori, con più formazione, più competenze, più qualità del lavoro. Questa sarà la più efficace manovra per la produttività e la giustizia sociale nella nostra regione». Ed a Padova sono già molte le esperienze positive di contrattazione aziendale, anche a seguito degli accordi provinciali. In Veneto sono 4.138 i contratti aziendali e territoriali censiti dal Ministero del Lavoro ai fini della detassazione dei premi di produttività, terza regione dopo Lombardia (8.699) ed Emilia Romagna (4.899). «L’accordo» spiega vice presidente di Confindustria Padova Mario Ravagnan «conferma il ruolo di garanzia normativa e salariale del contratto nazionale, e insieme spinge sui contratti aziendali collegando produttività e aumento del reddito disponibile e riduzione delle disuguaglianze. Va sottolineato l’impegno a recepire il nuovo welfare contrattuale anticipato dai metalmeccanici, la formazione per le competenze del lavoro che cambia e la partecipazione dei lavoratori, elementi innovativi e tutele a 360 gradi. Soprattutto delinea la volontà congiunta di dare certezze al sistema della rappresentanza anche datoriale, misurando la rappresentatività di chi firma accordi come primo impegno di contrasto al dumping contrattuale che, con condizioni normative ed economiche al ribasso, altera la concorrenza penalizzando i lavoratori e le imprese regolari, e definendo il contratto di riferimento di ogni settore. Mai come adesso è emerso l’orientamento delle parti ad una legge che renda applicabili erga omnes gli accordi».

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