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Rubano, ragazzini distruggono lo scooter del prete

Alcuni loro coetanei avvertono il parroco, che identifica i colpevoli ma non li denuncia: «Voglio capire perché l’hanno fatto»

di Luca Perin
1 minuto di lettura

RUBANO. Alle denunce alle forze dell’ordine, Don Paolo ha preferito scegliere la strada del dialogo, sia con i ragazzi che con le famiglie.

A Sarmeola infatti lunedì scorso nel tardo pomeriggio un gruppetto di ragazzini dai 12 ai 16 anni – che abitualmente si raduna nei pressi della piazza – si è reso protagonista di un atto di vandalismo. Armati di coltellino hanno infierito sullo scooter del parroco, parcheggiato poco fuori dalla canonica, con la sella e le ruote che sono state letteralmente squarciate mentre con un violento calcio è stato rotto anche il bloccasterzo.

Fortunatamente questo gruppetto di ragazzini è stato visto da alcuni coetanei poco distanti, che inizialmente hanno anche tentato di dissuaderli dalla bravata, ma che intimoriti dalla presenza del coltellino hanno poi preferito andare direttamente ad avvertire il sacerdote in canonica. «Ho visto un video che questi ragazzini hanno realizzato, mi interessa relativamente ricostruire l’esatta dinamica di quello che è successo, mi interessa di più capire cosa ha spinto loro a compiere questo gesto» racconta Don Paolo, da circa sette anni parroco di Sarmeola. «Forse un desiderio di trasgressione, forse noia. Ho provato a chiedere ai ragazzini che mi hanno avvisato il perché secondo loro gli altri abbiano fatto questo gesto e mi hanno risposto che non c’è un motivo».

Non si tratta quindi di una ritorsione per qualcosa, ma probabilmente di un gesto gratuito: «In questi giorni sto cercando di parlare con calma e tranquillità alle famiglie di questi ragazzi, non mi interessa dello scooter, mi interessa della loro crescita come persone. Immagino che il lavoro di genitori sia il più complicato del mondo, soprattutto quando i ragazzini iniziano ad avere certe età, ma è importante prendersi del tempo e cercare di instaurare un dialogo costruttivo con loro.

I ragazzini che si sono resi protagonisti di questo gesto probabilmente nascondono un malessere e delle insicurezze che dobbiamo cercare di risolvere facendo comunità. Non si è trattato di un episodio così grave, ma può essere un segnale che qualcosa non sta andando e bisogna intervenire: oggi il coltellino è stato usato sullo scooter, domani può essere rivolto verso una persona e lì è troppo tardi per intervenire. E meglio controllare oggi se il proprio figlio adolescente gira col coltellino in tasca, per evitare guai maggiori domani. Spero che da questo brutto episodio possa nascere un’esperienza positiva».
 

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