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Sant’Egidio, 50 anni vicino ai dimenticati La festa in Duomo

Il vescovo : «Festeggiamo il bene fatto da questa Comunità» Coin: «Non siamo massa, ma un popolo unito dall’amicizia»

di Silvia Quaranta
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Chiesa gremita e fedeli di tutte le età, per il cinquantesimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio: a Padova, l’evento è stato celebrato ieri pomeriggio al Duomo, con una messa presieduta dal vescovo Claudio Cipolla.

«Siamo qui, tutti insieme, per festeggiare il Signore e il bene che ha fatto tramite la comunità di Sant’Egidio» ha detto Cipolla «ed è bello che sia stata coinvolta tutta la Chiesa, quasi a dire un grazie collettivo. In particolare, vorrei dire grazie per gli anziani, i poveri e i bambini che la comunità ha servito in questi anni. Ma c’è una domanda che ci deve accompagnare, e a cui dovremmo rispondere: perché questo servizio, questa dedizione, questa attenzione nei loro confronti? Da dove viene questo mandato, questo impegno? Guardando al Vangelo di oggi» continua il vescovo, «vedo un “allora”. E non significa solamente “in quel tempo”, e non è nemmeno un intercalare. Il Vangelo dice: «Il Signore Gesù fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto». Il Vangelo di Luca ci dà una testimonianza dei primi cristiani, che Gesù lo avevano conosciuto. Sapevano bene che aveva annunciato cose nuove, si era schierato al fianco dei più dimenticati, delle prostitute, delle persone più malviste. Era così provocatorio che è stato denunciato, catturato e ucciso. Ma nel suo agire, noi cristiani abbiamo imparato a vedere la rivelazione del volto di Dio. Quando Gesù siede alla destra del Padre, questa vicinanza dà agli apostoli la forza di partire. Per questo “allora partirono”. In forza di questa vicinanza, nonostante le difficoltà e le sconfitte, osiamo predicare pace, speranza, amore. E guardando alla Comunità di Sant’Egidio penso proprio questo: osano predicare la preghiera, il dialogo con Dio, il servizio agli ultimi in forza della vicinanza con Dio».

Un grazie sentito per la vostra presenza e vicinanza» ha detto poi, al termine della cerimonia, la coordinatrice regionale Alessandra Coin, «che ci mostra la forza dell’amicizia e dei valori. Siamo giunti qui da mille strade diverse, e non siamo una massa: siamo un popolo in uscita nelle periferie delle città e del mondo, unito dal filo dell’amicizia. Credo che la vera necessità, in questo mondo lacerato, sia proprio ricostruire un sentire di popolo». Presenti alla cerimonia, fra le tante autorità cittadine, anche il prefetto Renato Franceschelli, il vicesindaco Arturo Lorenzoni e il sindaco Sergio Giordani, che ha rivolto un saluto e un «grazie, per quanto finora realizzato a Padova e nel mondo». La messa si è conclusa fra i canti religiosi. Poi, l’intero popolo di Sant’Egidio si è affollato all’esterno, per un’allegra festicciola.

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