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Schiavonia, bandito il termine "gay"

La denuncia di un esponente dei diritti omosessuali: la rete wi-fi dell'ospedale impedisce di accedere a sito gaynews.it

Nicola Cesaro
1 minuto di lettura

ESTE. Il termine “gay” bandito dalla rete internet dell’ospedale “Madre Teresa”. Lo denuncia Alberto Ruggin, noto difensore dei diritti degli omosessuali.

L’atestino ha scoperto la censura cercando di navigare grazie alla rete wifi dell’ospedale di Schiavonia, a cui ha avuto accesso dopo regolare registrazione: il sito gaynews.it, uno dei portali di informazione di riferimento per la comunità gay, è risultato inaccessibile. Il sito è stato bloccato perché inserito tra i blocchi per le categorie “nudity” e “pornography”.

Evidentemente il firewall (il sistema di blocco e protezione) adottato dall’Usl ha inserito la parola “gay” tra quelle a rischio pornografia, tagliando così l’accesso anche a tutti quei siti che in realtà non hanno alcun riferimento a pratiche sessuali o a immagini scabrose. «E’ inaccettabile. Non siamo né in Turchia né in Russia dove i siti di informazione sono censurati, a maggior ragione in un ospedale pubblico», commenta Ruggin, che ha già denunciato la questione ad Arcigay Padova e che promette un esposto sul caso. Una denuncia simile era partita da Ruggin qualche anno fa anche per la biblioteca comunale di Este, dove evidentemente era utilizzato un firewall molto simile.

L’Usl 6 ha informato che oggi lo staff informatico interverrà per valutare la “bontà” del sito e per rimuovere il filtro.

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