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Profughi, la coop falsificava le firme

Ispezioni annunciate e gare pilotate: Edeco non aveva rivali. Zaia: «Subito pulizia»

Elena Livieri
2 minuti di lettura

PADOVA. «Si faccia pulizia, bisogna scoprire in fretta chi è colpevole e i delinquenti vanno puniti»: il governatore Luca Zaia interviene sulla maxi inchiesta sulla gestione dei migranti. Firme false per truffare sulla presenza degli ospiti nei centri di accoglienza, soffiate per conoscere led ate delle ispezioni, favoritismi per vincere gli appalti: per questi e altri reati sono indagati dalla procura di Padova il prefetto vicario Pasquale Aversa, già trasferito da Padova, la funzionaria della prefettura Tiziana Quintario, l’uomo chiave della cooperativa Edeco Simone Borile, la moglie Sara Felpati, l’ex presidente della coop Gaetano Battocchio, il dipendente Simone Costa e il consulente Marco Zangrossi.

La mannaia di Zaia «Abbiamo denunciato ai quattro venti il rischio di irregolarità nella gestione dell’accoglienza» ha detto ieri mattina il governatore del Veneto, «con 180 mila arrivi l’anno è evidente che situazioni poco trasparenti possono verificarsi, è statisticamente possibile che ci siano le mele marce su numero così importanti, anche nelle nostre comunità. Io chiedo che venga fatta pulizia, abbiamo un ministro che ha le idee chiare, quindi chiedo pulizia e chiarezza. Le indagini dovranno da fare chiarezza su tutti gli indagati, se innocenti o colpevoli. E i delinquenti devono pagare».

I reati contestati Quella ipotizzata dal Procuratore capo di Padova Matteo Stuccilli e dal sostituto procuratore Federica Baccaglini è una vera e propria cricca che mette insieme privati e istituzioni per lucrare sull’accoglienza dei migranti. In vari modi. A raccontarlo sono le oltre 400 pagine dell’informativa che in tre anni hanno messo insieme i carabinieri del Nucleo investigativo di Padova. Da qui la sfilza di accuse, a vario titolo, contro i sette indagati. Si va dal concorso in turbativa d’asta, ala frode nelle forniture pubbliche, dalla truffa alla concussione per induzione, dalla rivelazione di segreti d’ufficio al falso ideologico. Edeco, che prima si chiamava Ecofficina Educational, ha ottenuto la gestione di diversi centri di accoglienza: l’hub a San Siro di Bagnoli - dove opera tutt’ora nonostante da un anno e mezzo il bando sia stato vinto dalla coop siciliana Badia Grande - ancora prima l’ex caserma Prandina di Padova, l’ex base militare di Cona nel Veneziano, ma anche a Oderzo nel Trevigiano. La stessa Procura di Venezia ha aperto una sua inchiesta.

Firme false Sono gli stessi operatori della cooperativa che, sentiti dai carabinieri, scoperchiano il sistema “malato”. La diaria per ciascun migrante ospitato viene riconosciuta alla coop in base alle firme sulle presenze: niente di più facile, quindi, che falsificare qualche centinaio di forme al mese per ottenere più soldi.

Le ispezioni annunciate In più occasioni le ispezioni di Arpav e Usl non hanno avuto l’effetto sorpresa immaginato e utile a verificare le reali condizioni dei centri di accoglienza: dalle indagini, infatti, emerge che sia Quintario, sia Aversa, avrebbero informato preventivamente Borile dell’arrivo degli ispettori. Così venivano spostati gli eventuali migranti in difetto o in eccesso, così come gli operatori - per farne figurare un numero congruo - e venivano fatte pulizie profonde.

Le vere condizioni nei centri Gli operatori di Edeco sentito dai carabinieri avrebbero invece rivelato le reali condizioni dei centri di accoglienza: dalle forniture di cibo non sempre sufficienti, alle coperte che dovevano esser ignifughe e non lo erano, ai migranti con varicella e scabbia mescolati a quelli sani, i servizi igienici carenti e spesso sporchi, i corsi di integrazione inesistenti.

Gare pilotate Quintario, Borile, Felpati e Battocchio sono accusati di aver pilotato due appalti della Prefettura di Padova per la gestione di oltre duemila posti in accoglienza per un valore complessivo di oltre venti milioni di euro. Appalti che Edeco ha effettivamente vinto.

I rapporti con la politica Dalle carte dell’inchiesta emergono numerosi contatti di Borile con alcuni sindaci. Non solo. Leonardo Padrin ha preso accordi per le forniture di cibo a San Siro e Cona e Barbara Degani, allora sottosegretario all’Ambiente, in più occasioni aveva incontrato il Prefetto chiedendo informazioni su Edeco.

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