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Incendio di Terranegra, don Désiré: «Atto di razzismo»

Il responsabile della comunità cattolica immigrata non crede al rogo accidentale: «Ho chiesto un incontro al vescovo, mi hanno messo in agenda per novembre. Forse diamo fastidio ai vicini»

Alice Ferretti
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TERRANEGRA. «Per noi questo non è stato un incendio accidentale. Non possiamo averne la certezza, ma il nostro pensiero è che si sia trattato di un gesto di razzismo e d’intolleranza». Don Désiré Essis, originario della Costa d'Avorio, è dal 2013 il responsabile della comunità cattolica immigratapresso la chiesa di San Gaetano, a Terranegra, dove la notte tra domenica e lunedì è andato a fuoco un capannone dove si svolgono incontri e momenti di condivisione dei membri della missione africana francofona. «Sotto il capannone», dice, «c'erano solamente sedie di plastica e un tavolo, non possono aver preso fuoco da soli. I vigili del fuoco hanno escluso un cortocircuito dell'impianto elettrico, che hanno trovato perfettamente funzionante».

COMUNITÀ PREOCCUPATA. Il morale della comunità africana non è dei migliori in questi ultimi giorni. L'idea di aver subito un attacco così grave preoccupa un po' tutti, tanto che ieri mattina don Désiré si è recato negli uffici della Curia, dove ha chiesto un incontro con il vescovo. «Purtroppo né lui né il vicario erano in sede. Ho chiesto comunque di poter avere un incontro, che mi hanno detto avverrà nel mese di novembre, per impegni del vescovo. Vorrei spiegargli quello che è successo e anche cercare di trovare una soluzione. Capire ad esempio se diamo davvero così fastidio al vicinato».

IL VICINATO. Il vicinato in realtà è composto da quattro, cinque case, non di più. C'è chi si lamenta perché dice che la comunità il sabato e la domenica tiene la musica troppo alta, soprattutto di pomeriggio, nelle ore di riposo, e spesso e volentieri ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine, e chi invece è felice di avere come vicini i membri della missione. «Quando si va a riposare effettivamente danno fastidio per i volumi troppo alti. Ma non pensiamo che per questo motivo qualcuno possa essere arrivato addirittura ad appiccare il fuoco», dicono Francesca e Luca Nincao. «Secondo me può essere doloso. A me non danno alcun fastidio, ma non tutti qua la pensano così», spiega Maria Morani. «Cantano, ballano, ma poi mettono a posto tutto. Non fanno male a nessuno», aggiunge Mirella Buso. La maggior parte del vicinato è convinta si sia trattato di un rogo accidentale. «Abbiamo trovato uno zampirone a terra, può essere rimasto acceso e la moquette a terra potrebbe così aver preso fuoco», dicono Enzo Salmaso e Giampaolo Masiero. Un’interrogazione è stata presentata in consiglio regionale da Piero Ruzzante di Leu. —

Alice Ferretti.

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