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Pedro: "Per noi i fogli di via sono carta straccia"

Conferenza stampa in municipio degli attivisti del centro sociale con i 6 colpiti dal provvedimento del Questore per gli scontri del 17 luglio 2017 con Forza Nuova e Fronte Veneto Skinhead

Luca Preziusi
1 minuto di lettura

PADOVA. «Per noi i fogli di via sono carta straccia, e li violeremo. Rivendichiamo ciò che abbiamo fatto il 17 luglio 2017, quando abbiamo opposto i nostri corpi alle azioni neofasciste di Forza Nuova e Fronte Veneto Skinhead. Non dovevamo essere noi a fermarli». Lo hanno annunciato gli attivisti del centro sociale Pedro dalle stanze della casa comunale, sfidando a duello il questore Paolo Fassari, firmatario dei dispositivi che vietano l'ingresso a Padova per 6 di loro, tra i protagonisti della manifestazione antifascista del 17 luglio dello scorso anno. Manifestazione poi finita con violenti scontri in piazza delle Erbe tra i militanti pedrini e la polizia.

In tutto ci sono 22 indagati per gli episodi di quella sera, quasi tutti presenti a Palazzo Moroni ad una conferenza stampa convocata per lanciare un appello alla città e un guanto di sfida a Fassari. Tra loro anche i sei destinatari dei fogli di via: Tommaso Cacciari (nipote del filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo), Jacopo Borga, Jacopo Povelato, Nicolò Onesto, Andrea Occhipinti e Alberto Marsili. Il provvedimento è già scattato per quasi tutti, ma questo non li ha fermati e sono arrivati a Padova per partecipare all'incontro con i cronisti in una delle sale del Comune (per cui era stata fatta regolare richiesta e un pagamento di 54 euro): «Riteniamo inaccettabile il metodo e lo strumento con cui viene colpito chi era in piazza quel giorno, e rigettiamo il metodo della discrezionalità e delle sentenze senza processo - si legge nel loro appello - .Questi provvedimenti non permettono di discutere né i fatti invocati a loro fondamento, né l'effettiva condotta dei singoli, né tantomeno le ragioni per cui essi hanno deciso di agire in un determinato modo. Non siamo solo noi a sostenerlo, visto che la corte europea dei diritti umani, a febbraio 2017, aveva definito questo genere di misure incompatibili con gli standard della convenzione internazionale di diritti umani».

La presenza a Palazzo Moroni ha indubbiamente anche un significato politico (contestato da Lega e Forza Italia, che hanno espresso la loro solidarietà al questore): «Abbiamo partecipato alla stesura di parte del programma politico di Coalizione Civica, e anche se dopo ci eravamo opposti all'apparentamento con Giordani, ci aspettiamo che questa giunta sostenga le nostre motivazioni. Questa è la casa dei cittadini a cui ci stiamo appellando». Sostegno che è arrivato infatti, ma solo da quella parte di maggioranza rappresentata in consiglio comunale da 5 consiglieri e da 2 assessori. Non dal sindaco Sergio Giordani, che nei giorni scorsi aveva esposto al suo staff tutte le perplessità sull'opportunità di ospitare il Pedro in Comune.

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