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«Trattamenti sicuri» I medici del Veneto contro il Governo

Pfas, ieri summit dei trasfusionisti: procedure appropriate E Coletto a Lorenzin: approvvigionamento di sangue a rischio

di Sabrina Tomè
2 minuti di lettura
VENEZIA. È scontro durissimo e a tutto campo tra Venezia e Roma sul caso Pfas e i trattamenti messi in atto dalla Regione nei confronti delle persone contaminate. Non solo Palazzo Balbi, ma anche la comunità scientifica con i nomi più autorevoli del Veneto, è scesa in campo a difesa delle procedure mediche seguite: i trasfusionisti hanno convocato ieri un vertice straordinario per ribadire la sicurezza delle terapie adottate. E all’indirizzo del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin nonché dell’Istituto Superiore della Sanità, sono partite due lettere: una con cui Palazzo Balbi chiede chiarimenti urgenti, l’altra con cui i medici assicurano la validità di plasmafersi e scambio plasmatico.

Summit straordinario dei medici. Il coordinatore del Centro regionale Attività Trasfusionali-Crat Antonio Breda e i direttori dei dipartimenti trasfusionali del Veneto (Giustina De Silvestro, Alberta Alghisi, Loredana Martinelli, Stefano Capelli, Gianluca Gessoni, Francesco Chiavilli e Andrea Frigato) si sono incontrati ieri in un vertice straordinario al termine del quale hanno sottoscritto il documento inoltrato al governo. I medici sottolineano innanzittutto la sicurezza delle procedure: ogni anno, osservano, vengono eseguite decine di migliaia di plasmaferesi in Italia e milioni nel mondo. Per cui «se ci fosse anche lontanamente il sospetto di inaccettabili frequenze di reazioni avverse legate alla procedura, questa non sarebbe certo applicata a milioni di donatori». In Veneto, poi, il regime seguito è di gran lunga meno invasivo di quello applicato ai donatori di sangue. Quindi: «L’esecuzione di un numero limitato di procedure di plasmaferesi ogni due settimane è pratica sicura e sostanzialmente scevra da rischi». Ma i trasfusionisti entrano anche nel merito dell’appropriatezza rilevando come in materia non sia disponibile ampia letteratura in quanto il fenomeno dell’inquinamento da Pfas ha riguardato solo alcune zone geografiche (Usa, Australia, Germania). La pratica iniziata in due centri pilota del Veneto, spiegano, ha lo scopo di offrire ai soggetti esposti un’opportunità di abbattimento della concentrazione nel sangue stante la premessa di fattibilità, sicurezza e possibile efficacia. Infine: «I dati preliminari sin qui accumulati in Veneto dimostrano che le pratiche sono efficaci, almeno in prima battuta».

La lettera dell’assessore. Insime alla lettera dei medici è partita quella dell’assessore alla Sanità Luca Coletto. La Regione ha chiesto al ministro Lorenzin di fare «urgentemente chiarezza» sul problema della plasmaferesi. La missiva rileva come il Veneto abbia deciso di sospendere il trattamento a seguito delle dichiarazioni della titolare del dicastero alla Salute che ha definito la procedura «inutile e fortemente sconsigliata». Coletto, ha sottolineato come tali affermazioni «oltre a creare un problema di comunicazione» nei confronti di chi ha il sangue contaminato, abbia «fatto sorgere dubbi» anche rispetto al decreto ministeriale del 2 novembre 2015, contenente le disposizioni sui requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti, che prevede l’utilizzo della plasmaferesi. «Potrebbero aprirsi profili di problematicità per i centri trasfusionali e, in generale, per l'approvvigionamento di sangue», ha scritto al riguardo l’assessore, «Si resta in attesa di ricevere chiarimenti sul tema, supportati da documentazione scientifica». Nella lettera vengono infine riepilogate le tappe delle comunicazioni Regione- governo: il piano con la presa in carico della popolazione è stato approvato con delibera 2133/2016, trasmessa al ministero della Salute il 13 gennaio scorso. Il 13 giugno nuova lettera a Roma, con la comunicazione degli approfondimenti diagnostici. Infine, il 18 settembre, è stato inviato il Documento di Sintesi con i risultati delle attività.

I risultati. Allegati alla lettera dell’assessore Coletto ci sono gli esiti dei trattamenti aggiornati al 14 dicembre, e distinti tra plasmaferesi e scambio plasmatico che dimostrerebbero, almeno in prima battuta, l’efficacia dei trattamenti messi in atto con le relative percentuali di abbattimento delle sostanze inquinanti (vedi la tabella sopra).

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