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Giustizia, uffici vuoti manca il 60% dei giudici di pace

Sono i dati del report di Confartigianato sul Civile in Veneto Bonomo: «Servono più uomini e maggiori competenze»

Sabrina Tomè
2 minuti di lettura

L’iniezione di nuovi magistrati fatta lo scorso anno nel territorio, sta producendo i primi effetti. Tanto che la giustizia civile veneta, pur risultando ancora pesantemente sottodimensionata negli organici rispetto alle esigenze, è in corso di miglioramento. Resta invece grave lo stato dei giudici di pace che, nelle intenzioni del legislatore, dovevano rappresentare una risposta alla “giustizia di prossimità”, quella del contenzioso quotidiano e di importo economico contenuto. In realtà il comparto è in grave sofferenza, come testimoniato anche dagli scioperi degli ultimi anni: l’organico è totalmente insufficiente, appena 42 giudici in servizio contro i 105 previsti in Veneto, con uno scoperto del 60% (contro il 63,9% sul piano nazionale). È quanto emerge dal secondo Rapporto sulla Giustizia Civile 2018, appena pubblicato dall’Ufficio Comunicazione & Studi di Confartigianato Imprese Veneto.

116.846 abitanti a testa

La conseguenza di organici ridotti, sono carichi di lavoro pesantissimi. In Veneto, su ciascun giudice di pace, gravano 116.846 abitanti, il 134,1% in più rispetto alla media nazionale ferma a 49.909. Il record negativo si registra a Verona con 230.389 cittadini a testa (+361,6% rispetto all’Italia), mentre a Belluno ne contano “appena” 68.594. La situazione è addirittura peggiore se il rapporto si fa con le imprese. La media veneta è di 11.558 società per ciascun giudice (+131% rispetto alla media nazionale), con Verona che schizza addirittura a 214 mila.

48 mila sentenze all’anno

La categoria tratta in un anno, dati ministeriali 2014, 48 mila procedimenti tra civile e immigrazione (i giudici di pace sono infatti competenti per le convalide delle espulsioni dei clandestini). Lo scoraggiamento per i tempi lunghi della giustizia ha inciso, secondo il report Confartigianato, sul consistente calo sia delle pratiche iscritte (-29%), che di quelle definite (-36%). Il trend è nazionale e il Veneto registra performances migliori.

Giustizia civile in miglioramento

I giudici ordinari e onorari sia civili che penali in servizio in Veneto sono aumentati di 41 unità, col risultato che la percentuale di scopertura è scesa di 2 punti (contro i 5 in Italia). Innesti che hanno permesso un miglioramento, rilevabile anche nell’ambito civile dove mancano “solo” 34 giudici (238 gli effettivi su 272 previsti). Scende anche l’arretrato che era di 125.276 cause nel 2013 ed è passato a 102.398 nel 2017, con un meno 12%. Al risultato, sottolinea Confartigianato, ha contribuito anche la minore litigiosità dei veneti: le cause aperte nel corso del 2017 sono state 118.749 e sono pertanto scese del 17% rispetto a 4 anni prima. Il numero di abitanti per ciascun giudice resta alto: 20.707, con un +31,6% rispetto alla media nazionale e con punte di 24.610 a Treviso dove alto è anche il numero delle imprese (2463).

Più competenze

«Così non si può andare avanti», commenta Agostino Bonomo, presidente Confartigianato Imprese Venete, «Le riforme non hanno prodotto risultati decisivi. Il processo civile dovrebbe istituire le sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori, ampliare le sezioni specializzate in materia di impresa, semplificare il giudizio di primo grado e superare il termine lungo per impugnare. La giustizia civile resta la vera malata. Le inefficienze recano un danno enorme, circa il 2-3% del Pil. I giudici di pace potrebbero essere una delle soluzioni al “mal di giustizia” del nostro Paese. Servono però un investimento in uomini e una riforma che ne aumenti le competenze. Il giudice di pace dovrebbe essere specializzato per le cause almeno fino a 30 mila euro. In tal modo il tribunale si alleggerirebbe». —

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