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Tav, un altro stop Vicenza ci ripensa «Nuova intesa»

La nuova amministrazione guidata dal sindaco Rucco intende rinegoziare l’intesa con Rfi per cancellare il progetto di stazione in Fiera

Al.Sal.
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VICENZA. Infuria la polemica dopo lo stop del ministro Danilo Toninelli alla fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas. A guidare la protesta è il Pd, mentre a Palazzo Balbi a Venezia regna la tranquillità perché gli accordi firmati con Renato Mazzoncini sul contratto di servizio con Trenitalia sono in cassaforte e non si modificano, mentre tutto da costruire è il passaggio di Veneto Strade all’Anas, con i relativi utili della Cav. L’intesa siglata da Vittorio Armani e Luca Zaia è il primo passo di una collaborazione che per decollare richiede la riclassificazione delle statali, materia complessa su cui sarà impegnata l’assessore regionale Elisa De Berti con i dirigenti del ministero.

La querelle. Il vero incubo della Tav Milano-Venezia si chiama Vicenza, una querelle che si trascina da trent’anni e che sembrava risolta dopo l’accordo approvato dall’ex sindaco Variati con Rfi. Il vecchio progetto della stazione interrata a Vicenza bocciato dal consiglio comunale è stato invece rilanciato dalla nuova giunta di centrodestra, con il sindaco Francesco Rucco che ha chiesto di aprire il negoziato con Toninelli per cancellare la nuova stazione alla fiera di Vicenza.

Riconferma degli accordi. Contro l’ennesimo stop tuona il Pd che in consiglio regionale ha presentato una mozione in cui chiede alla giunta Zaia di riconfermare tutti gli accordi firmati. I consiglieri Fracasso, Azzalin, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia e Zottis ricordano che il progetto approvato dal Cipe nel 2006 per la tratta Montebello-Vicenza non prevede l'attraversamento in galleria della città ma un passaggio in superficie, per ridurre i costi di realizzazione. Lo studio di fattibilità è stato approvato dal comune di Vicenza e dalla Regione Veneto il 21 genanio 2015.

Stefano Fracasso alza il tono della polemica: «Le decisioni del ministro dei Trasporti Toninelli sulla realizzazione della Tav in Veneto sono incomprensibili. Ora minaccia provvedimenti verso chi compia qualsiasi atto che possa dar seguito a quanto già discusso e approvato. Infatti la soluzione individuata è stata approvata da Comune, Regione, Camera di Commercio e Rfi e Cipe dato che l’alta velocità non riguarda solo Vicenza ma interessa tutto il Nordest. E non tanto per guadagnare 10 minuti per andare a Milano, quanto perché il quadruplicamento dei binari tra Verona e Padova rende finalmente possibile organizzare un servizio ferroviario di qualità».

Servizi regionali. «La decisione di azzerare i vertici di Fs invocando l'attenzione ai pendolari e ai servizi regionali è in piena contraddizione con quanto previsto in Veneto. Qui rischia di saltare tutto per colpa del ministro Toninelli: ora tocca a Zaia difendere gli interessi della nostra gente», conclude Fracasso. —

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