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Proiettili di gomma anti-lupo il ministro Costa: «Non si può»

Il sottosegretario Gava aveva anticipato che si poteva fare per un solo animale in Veneto Ma dal Ministero è arrivato l’alt «Misura non ammissibile»

Francesco Dal Mas
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BELLUNO

I lupi del Veneto “azzannano” anche il Governo. Sergio Costa, ministro pentastellato dell’Ambiente, ha infatti stoppato Vannia Gava, sottosegretaria leghista dello stesso dicastero. Il “capo” non vuole che si tiri al bersaglio, contro i lupi, con le pallottole di gomma, possibilità che invece aveva lasciato intendere la sua sottoposta, per venire incontro alle esigenze degli allevatori veneti dell’altopiano di Asiago, del Grappa e del Bellunese, oltre che della Lessinia, minacciati dai branchi di carnivori.

Una contrapposizione politica che non poteva palesarsi con maggiore evidenza. I carabinieri forestali saranno autorizzati – aveva annunciato, ancora sabato, sull’altopiano dei 7 Comuni, la sottosegretaria Gava – a sparare con proiettili di gomma ai lupi per allontanarli da alpeggi e centri abitati. A 48 ore di distanza, la stessa rappresentante del Governo, aveva fatto intendere che questa opportunità sarebbe stata in qualche misura ampliata in Veneto, a seguito della richiesta della Regione di usare dissuasori come fonti sonore, luminose o munizioni di gomma; «non dovrebbero esserci ostacoli – aveva anticipato Gava –, anche perché parliamo di misure palliative».

A stretto giro di comunicato, l’ufficio stampa di Costa ha replicato: «Il ministro non ha ancora ricevuto la richiesta della Regione Veneto. Quando arriverà, la valuterà, alla luce del parere tecnico dell’Ispra (il centro studi del ministero, n. d. r.) e di una verifica della situazione effettiva. Ma a suo avviso, l’uso di proiettili di gomma per allontanare la fauna selvatica non è ammissibile». Non erano mancate neppure le proteste dell’Enpa, l’ente protezione animali. E, come noto, di caccia ai lupi il governatore Luca Zaia non vuol sentir parlare. Ecco, perché, ha imposto il radiocollare, uno strumento che consente via app di allertare i gestori degli allevamenti quando il lupo si sta avvicinando e di far scattare gli allarmi acustici e luminosi.

«Tirare ai lupi proiettili di gomma o tirare caramelle non cambia nulla» ironizza da Livinallongo, Leandro Grones, il sindaco, per lunghi anni cacciatore e paladino di un programma di contenimento dei carnivori. «Poche settimane fa l’idea dei radiocollari, ora questa. Ma intanto sui pascoli alpini c’è paura, ormai un selfie in pieno giorno con i lupi alle spalle tra le Dolomiti non è più utopia – afferma – e tra qualche mese la neve riporterà i predatori a girovagare tra i paesi e le strade di montagna». Ecco perché la sottosegretaria Gava ha rilanciato la necessità di ridiscutere il Piano nazionale lupo, arenatosi nella Conferenza Stato-Regioni . E su questo il ministro pare essere d’accordo. Il ministro annuncia che a settembre «sarà aperto un tavolo di discussione fra il Ministero, le Regioni, le Province autonome e l’Ispra per arrivare a un testo condiviso del Piano Lupo nazionale». —

Francesco Dal Mas



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