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Marmolada, la lite con il Trentino Veneto in trincea per il confine

Canazei vuole “annettersi” Punta Rocca: per difenderla domani Consiglio regionale in alta quota

di Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

BELLUNO. Il più accattivante carosello sciistico al mondo. Dal Sellaronda alla Marmolada. Ecco la sorpresa non detta del Consiglio regionale che domani scala i 3000 metri della “regina delle Dolomiti”, con uno dei ghiacciai più importanti delle Alpi, ancorché in scioglimento. Federico Caner, assessore al turismo, che più di altri tiene i rapporti con Trento, ha sempre detto che è irrinunciabile quell’identità veneta che passa anche per i confini della Marmolada. Ma la bandiera di San Marco, che viene esibita sulla prima vetta della montagna, è stata appesa alla croce di Punta Penia che da sempre è trentina e che tale resterà.

Punta Rocca, la seconda cima, è veneta, ma per concessione dell’Agenzia del Territorio che ha corretto i confini definiti sulla carta nel 2002 tra Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai, presidenti allora del Veneto e del Trentino. Luca Zaia, il governatore del Veneto, ha anticipato, come peraltro Roberto Ciambetti, che la Regione non vuol muovere nessuna guerra alla vicina Provincia, perché sanno bene che la querelle riguarda un corridoio di neve e ghiaccio largo appena fra i 30 ed i 70 metri. Corridoio concesso da Dellai ai veneti 16 anni fa per consentire l’autonomia gestionale della Funivia Marmolada e della relativa pista, lunga 12 chilometri. Ma quell’accordo correggeva a sua volta il confine del displuvio, quindi delle creste, fissato nel 1982 con Decreto dall’allora presidente Pertini.

In sostanza, il ghiacciaio è quasi completamente di Trento, e il Veneto non lo rivendica affatto, la parete Sud del gruppo è veneta. Perché la vicenda è divampata in polemica politica oltre che in logoranti strascichi giudiziari? Il Comune di Canazei, retto da una Lista civica con forte presenza leghista, ha fatto opposizione all’intesa del 2002 nel tentativo di riconquistare la parte sottratta di Punta Rocca, in quanto vorrebbe raggiungerla con un nuovo impianto funiviario, da passo Fedaia e da Pian dei Fiacconi. Punta Rocca è piccola e Canazei non ha un’area sufficiente per arroccare la stazione d’arrivo, se non riconquistando i mq sottratti nel 2002. La Val Pettorina, per contro (siamo nel Bellunese), teme l’impianto nuovo perché significherebbe, a suo avviso, la morte dell’attuale funivia. La Marmolada non permette chissà quanti sciatori; oggi non più di 2 mila al giorno. Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, questo lo ha fatto capire in tutti i modi. Fino ad ottenere la seduta dell’assemblea regionale. Silvano Parmesani, sindaco di Canazei, cerca dal canto suo di rassicurare – «ne guadagneranno tutti» tranquillizza – e con il sindaco di Livinallongo (Bl), Leandro Grones, coltiva il progetto di collegamento tra la Marmolada ed il Sellaronda, attraverso Porta Vescovo.

Il voto di domani sarà sostanzialmente un no a questo disegno. Il Pd non ci sarà. Ci sarà invece il M5S, per ribadire che è questa è un’occasione persa. «Poteva essere un’occasione incredibile per parlare della montagna veneta – ricordano i consiglieri pentastellati – che sta vivendo un periodo molto complicato. Si poteva parlare dello spopolamento, delle aree interne, delle sfide impari contro i confinanti a statuto speciale. Si poteva parlare di turismo, di incentivi per le attività produttive di montagna. L’avevamo chiesto alla maggioranza e ci hanno risposto di no». E siccome la seduta vedrà presente anche il governatore Luca Zaia, i grillini sospirano di sollievo. «Così almeno potremo vederlo da vicino, dato che in aula non lo vediamo da un bel pezzo. Ora speriamo che questa maggioranza si organizzi per portare il Consiglio dove ci sono i veri problemi dei veneti, per esempio nelle zone colpite dai Pfas o nell'area della strada Pedemontana. Noi ci saremo».—


 

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