Morte sulle scale, al vaglio le cause
Oggi la verità sul decesso dell’immigrato indiano all’ingresso del park Vallona
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Si conosceranno oggi le cause che hanno portato alla morte di Karnail Singh, il quarantenne di origine indiana trovato senza vita da un ausiliario della Gsm giovedì alle 8 sulle scale esterne che da viale Dante portano al multipiano di via Vallona.
Esclusa l’ipotesi dell’assideramento, si indaga sul malore o sull’assunzione di una sostanza letale: oggi alle 10 il medico legale Lucio Bomben, giunto sul posto non appena è stata constatata la morte dell’uomo, eseguirà un’ispezione esterna e prelievi tossicologici per accertare la causa della morte, verosimilmente risalente alla notte di giovedì, tra le 2 e le 3.
Ricostruire la vita dell’uomo non è stato semplice perché si trattava di una persona schiva e solitaria. Saltuariamente si recava al refettorio della Croce rossa per mangiare qualcosa e ai volontari aveva detto che in India aveva moglie e due figli. Aveva avuto un lavoro, ma l’aveva perso e, senza un impiego, non gli era stato rinnovato il permesso di soggiorno. Con il foglio di via in tasca, aveva riferito ai volontari che avrebbe voluto tornare a casa dai suoi cari, ma non aveva i soldi per il biglietto di rientro.
Dalla ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, il quarantenne era stato rintracciato per la prima volta dalla Questura di Pordenone a febbraio con un rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno della questura di Reggio Emilia, datato 2016. Così gli era stato notificato il decreto di espulsione. Poi aveva fornito false generalità ed era stato denunciato, sempre a Pordenone.
Karnail Singh non era richiedente asilo e non aveva fissa dimora.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Esclusa l’ipotesi dell’assideramento, si indaga sul malore o sull’assunzione di una sostanza letale: oggi alle 10 il medico legale Lucio Bomben, giunto sul posto non appena è stata constatata la morte dell’uomo, eseguirà un’ispezione esterna e prelievi tossicologici per accertare la causa della morte, verosimilmente risalente alla notte di giovedì, tra le 2 e le 3.
Ricostruire la vita dell’uomo non è stato semplice perché si trattava di una persona schiva e solitaria. Saltuariamente si recava al refettorio della Croce rossa per mangiare qualcosa e ai volontari aveva detto che in India aveva moglie e due figli. Aveva avuto un lavoro, ma l’aveva perso e, senza un impiego, non gli era stato rinnovato il permesso di soggiorno. Con il foglio di via in tasca, aveva riferito ai volontari che avrebbe voluto tornare a casa dai suoi cari, ma non aveva i soldi per il biglietto di rientro.
Dalla ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, il quarantenne era stato rintracciato per la prima volta dalla Questura di Pordenone a febbraio con un rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno della questura di Reggio Emilia, datato 2016. Così gli era stato notificato il decreto di espulsione. Poi aveva fornito false generalità ed era stato denunciato, sempre a Pordenone.
Karnail Singh non era richiedente asilo e non aveva fissa dimora.
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