Elezioni regionali La corsa dei sindaci di centrodestra
Pronti a dimettersi quelli di Sacile, Spilimbergo e Brugnera Intanto la Lega provinciale vuole Fedriga candidato
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Mancano i candidati presidente – o, meglio, abbondano –, ma non certo i sindaci che sono pronti a lasciare la guida dei Comuni in anticipo per candidarsi alle elezioni regionali. Sindaci per lo più di centrodestra.
Sulla griglia di partenza. In casa Forza Italia ci sono due primi cittadini che puntano a Trieste: il sindaco di Sacile Roberto Cereaolo e quello di Spilimbergo Renzo Francesconi. C’è poi Markus Maurmair, il giovane e amato sindaco di Valvasone Arzene che rappresenta il Patto per l’autonomia e che più di qualcuno a centrodestra considera spina nel fianco perché l’autonomia, si sa, è trasversale. Sulla rampa di lancio anche il vulcanico sindaco di Brugnera Ivo Moras, esponente della Lega.
La Lega. Ivo Moras non è l’unico nome di spicco che il Carroccio si prepara a calare. Tra i ben informati si parla del terzetto Moras, Vannia Gava (vicesindaco di Sacile) e Stefano Zannier, segretario provinciale del partito. Se Moras non ha fatto mistero di voler fare il salto, Gava e Zannier ribadiscono di essere a dispisizione del partito, «al di là di quelli che sono i miei desideri – precisa Gava –, come ho sempre fatto». Non è un mistero, infatti, che per Gava potrebbe profilarsi anche una candidatura da sindaco, ma dipenderà dagli equilibri a cascata interni al centrodestra: le candidature delle regionali potrebbero essere decise dopo quelle per le politiche (se le date delle votazioni fossero diverse) e con la spada di damocle del governo di larghe intese a Roma.
La serata. Quello che sembra certo, almeno in casa del Carroccio, è che il partito «ha ritrovato una sua serenità. Il tempo delle guerre è finito» rivendica Zannier. Lo ha fatto anche a Zoppola in occasione della cena del partito provinciale, ospite il vicesegretario federale Lorenzo Fontana. Una serata partecipata «e questo è merito del lavoro che il segretario ha fatto sui territori» riconosce Gava. Qualche assenza eccellente c’è e forse non è legata solo a precedenti impegni. Mancava per esempio il vicesindaco di Pordenone Eligio Grizzo, che ha scelto un basso profilo dopo la vicenda della Corte dei conti che lo ha condannato per l’assunzione – ai tempi dell’amministrazione provinciale Ciriani – del dirigente a tempo determinato Samuele Grandin. Dal partito, infatti, gli sarebbe arrivata ben poca solidarietà nonostante negli ambienti di centrodestra si racconti che quella vicenda, all’epoca, fu tutta interna alla Lega. Assente anche Enzo Bortolotti: anche l’ex sindaco di Azzano Decimo in questio periodo sembra aver scelto un basso profilo.
Fedriga. La Lega provinciale è compatta anche sulla candidatura di Massimiliano Fedriga alla guida della Regione, ma attende un via libera dal partito, sapendo che la decisione non spetta al territorio bensì al tavolo politico a cui siedono Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il territorio per ora può solo sperare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sulla griglia di partenza. In casa Forza Italia ci sono due primi cittadini che puntano a Trieste: il sindaco di Sacile Roberto Cereaolo e quello di Spilimbergo Renzo Francesconi. C’è poi Markus Maurmair, il giovane e amato sindaco di Valvasone Arzene che rappresenta il Patto per l’autonomia e che più di qualcuno a centrodestra considera spina nel fianco perché l’autonomia, si sa, è trasversale. Sulla rampa di lancio anche il vulcanico sindaco di Brugnera Ivo Moras, esponente della Lega.
La Lega. Ivo Moras non è l’unico nome di spicco che il Carroccio si prepara a calare. Tra i ben informati si parla del terzetto Moras, Vannia Gava (vicesindaco di Sacile) e Stefano Zannier, segretario provinciale del partito. Se Moras non ha fatto mistero di voler fare il salto, Gava e Zannier ribadiscono di essere a dispisizione del partito, «al di là di quelli che sono i miei desideri – precisa Gava –, come ho sempre fatto». Non è un mistero, infatti, che per Gava potrebbe profilarsi anche una candidatura da sindaco, ma dipenderà dagli equilibri a cascata interni al centrodestra: le candidature delle regionali potrebbero essere decise dopo quelle per le politiche (se le date delle votazioni fossero diverse) e con la spada di damocle del governo di larghe intese a Roma.
La serata. Quello che sembra certo, almeno in casa del Carroccio, è che il partito «ha ritrovato una sua serenità. Il tempo delle guerre è finito» rivendica Zannier. Lo ha fatto anche a Zoppola in occasione della cena del partito provinciale, ospite il vicesegretario federale Lorenzo Fontana. Una serata partecipata «e questo è merito del lavoro che il segretario ha fatto sui territori» riconosce Gava. Qualche assenza eccellente c’è e forse non è legata solo a precedenti impegni. Mancava per esempio il vicesindaco di Pordenone Eligio Grizzo, che ha scelto un basso profilo dopo la vicenda della Corte dei conti che lo ha condannato per l’assunzione – ai tempi dell’amministrazione provinciale Ciriani – del dirigente a tempo determinato Samuele Grandin. Dal partito, infatti, gli sarebbe arrivata ben poca solidarietà nonostante negli ambienti di centrodestra si racconti che quella vicenda, all’epoca, fu tutta interna alla Lega. Assente anche Enzo Bortolotti: anche l’ex sindaco di Azzano Decimo in questio periodo sembra aver scelto un basso profilo.
Fedriga. La Lega provinciale è compatta anche sulla candidatura di Massimiliano Fedriga alla guida della Regione, ma attende un via libera dal partito, sapendo che la decisione non spetta al territorio bensì al tavolo politico a cui siedono Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il territorio per ora può solo sperare.
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