Il vescovo: abbattiamo i muri delle paure
Monsignor Corrado Pizziolo alla veglia davanti a tanti sacilesi “sgretola” una barriera immaginaria. «I migranti cercano pace»
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SACILE. «Abbattiamo il muro simbolico delle paure». Il vescovo Corrado Pizziolo l’ha fatto sull’altare della chiesa di Gaiarine, nella veglia per la pace con tanti sacilesi tra i banchi per pregare: ha abbattuto un muro di polistirolo. Accanto al vescovo di Vittorio Veneto anche due immigrati e, ieri nella Giornata del migrante, a Sacile la voce di chi arriva da lontano si è alzata nel Duomo di San Nicolò.
«La pastorale sociale del vescovo dà forza al bisogno di integrazione e pace – ha confermato ieri Carina Sava Cesa, presidente della comunità rumena a Sacile –. Ci sentiamo italiani. A Sacile gli stranieri immigrati sono l’11 per cento.
Il vescovo. «Una città dalle porte aperte: migranti e rifugiati sono in cerca di pace». Monsignor Pizziolo ha proposto riflessioni e preghiere. «Due testimonianze di stranieri immigrati e inseriti nel tessuto sociale tra Friuli e Veneto hanno sottolineato l’importanza della rete di accoglienza – hanno detto alcuni volontari Caritas liventini –. Per valorizzare il desiderio di integrazione e di impegno di quelli che arrivano da terre lontane». Gli immigrati con il presule vittoriese hanno abbattuto il simbolico muro: come dire stop a pregiudizi e paure. «Vogliamo costruire ponti – ha indicato la strada il vescovo Pizziolo –. Non muri. I migranti e rifugiati sono uomini e donne in cerca di pace».
La missione cristiana è quella all’impegno personale: per creare alleanze e abbattere i ghetti sociali a Gaiarine, Sacile e altrove
Gli immigrati. Erano in media 25 i profughi accolti a Sacile nel 2016, quest’anno saranno 88. È la quota da rispettare suggerita dalla prefettura, tutta da calcolare, poi, sull’offerta immobiliare nell’area Liventina. Nel 2016 il numero oscillava da 17 a 25 profughi in attesa dei documenti di rifugiato politico: sono aumentati. Il censimento di fine ottobre 2017 ne aveva contati 39 con 13 nel progetto Sprar dell’Ambito 6.1 e nel 2018 le quote aumenteranno: 71 profughi e 17 nello Sprar. L’accoglienza nell’Uti Livenza-Sacile-Noncello aveva previsto, nella scorsa primavera, un progetto per 28 profughi gestito dalla coop “Nuovi vicini” della Caritas: il Comune di Sacile per l’ex Ambito 6.1 ha aggiudicato il bando di oltre 900 mila euro. Il servizio Sprar 2017-2019 per la protezione per richiedenti asilo e rifugiati mette a disposizione un capitale da investire ogni anno per ciascun profugo di 32 mila euro sempre per l’Uti Livenza-Cavallo-Cansiglio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«La pastorale sociale del vescovo dà forza al bisogno di integrazione e pace – ha confermato ieri Carina Sava Cesa, presidente della comunità rumena a Sacile –. Ci sentiamo italiani. A Sacile gli stranieri immigrati sono l’11 per cento.
Il vescovo. «Una città dalle porte aperte: migranti e rifugiati sono in cerca di pace». Monsignor Pizziolo ha proposto riflessioni e preghiere. «Due testimonianze di stranieri immigrati e inseriti nel tessuto sociale tra Friuli e Veneto hanno sottolineato l’importanza della rete di accoglienza – hanno detto alcuni volontari Caritas liventini –. Per valorizzare il desiderio di integrazione e di impegno di quelli che arrivano da terre lontane». Gli immigrati con il presule vittoriese hanno abbattuto il simbolico muro: come dire stop a pregiudizi e paure. «Vogliamo costruire ponti – ha indicato la strada il vescovo Pizziolo –. Non muri. I migranti e rifugiati sono uomini e donne in cerca di pace».
La missione cristiana è quella all’impegno personale: per creare alleanze e abbattere i ghetti sociali a Gaiarine, Sacile e altrove
Gli immigrati. Erano in media 25 i profughi accolti a Sacile nel 2016, quest’anno saranno 88. È la quota da rispettare suggerita dalla prefettura, tutta da calcolare, poi, sull’offerta immobiliare nell’area Liventina. Nel 2016 il numero oscillava da 17 a 25 profughi in attesa dei documenti di rifugiato politico: sono aumentati. Il censimento di fine ottobre 2017 ne aveva contati 39 con 13 nel progetto Sprar dell’Ambito 6.1 e nel 2018 le quote aumenteranno: 71 profughi e 17 nello Sprar. L’accoglienza nell’Uti Livenza-Sacile-Noncello aveva previsto, nella scorsa primavera, un progetto per 28 profughi gestito dalla coop “Nuovi vicini” della Caritas: il Comune di Sacile per l’ex Ambito 6.1 ha aggiudicato il bando di oltre 900 mila euro. Il servizio Sprar 2017-2019 per la protezione per richiedenti asilo e rifugiati mette a disposizione un capitale da investire ogni anno per ciascun profugo di 32 mila euro sempre per l’Uti Livenza-Cavallo-Cansiglio.
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