Al caldo fino alle 22: in stazione la sera tornano i senzatetto
La Caritas: in città l’emergenza poveri è di nuovo presente. Molti hanno trovato rifugio nelle abitazioni abbandonate
SACILE. Al caldo in stazione fino alle 22 prima che chiuda anche l’atrio: i senzatetto hanno un tempo determinato per stare seduti sulle panche pubbliche e lontani dalla morsa del freddo.
Tre settimane a Natale e le notti che vivono i poveri sono un’emergenza sottozero, anche a Sacile. Il rifugio nella stazione in piazzale Libertà dura poche ore per chi ha la vita infilata in un bagaglio a mano e in qualche sporta di plastica. «Alcuni poveri hanno trovato rifugio in case abbandonate – hanno segnalato alcuni volontari della Caritas –. A Sacile non ci sono ostelli». L’accoglienza è una parola e basta, di notte.
Quelle passate al freddo sono la cronaca di fine novembre, quando un senzatetto si è appoggiato sulle panchine esterne sotto la pensilina della stazione, dopo le 22. La sala d’aspetto è chiusa da anni a doppia mandata e fa impressione pensare che per tante persone non arriva mai la gioia del Natale. I casi umani cambiano come le stagioni. In centro città ci sono case vecchie e vuote dove qualcuno si intrufola di notte e apre gli scuri per lasciare filtrare la luce pubblica.
«La casa è un diritto umanitario – ricorda Luigi Zoccolan ex consigliere comunale –. A Sacile mancano strutture di accoglienza notturna». Il problema degli sfratti è un aspetto della povertà, che per tanti può cominciare anche da una separazione dalla famiglia. «A tanti disoccupati non è ancora arrivata una nuova possibilità di un lavoro – ha monitorato Gianfranco Zuzzi del Movimento di cittadinanza per Sacile –. Seguiamo da vicino i casi delle nuove povertà».
Gli sfratti sono spesso abbinati al problema della disoccupazione per le fasce deboli che non riescono a pagare bollette e affitto. «Decine a Sacile – ha contato Zuzzi –. Circa 160 famiglie vivono con gli assegni Mia di sussidio, che non bastano».
Le luci del Natale non si accendono su queste persone “invisibili” che passano per Sacile, a volte ritornano e cercano di stare al caldo in stazione. Gente che ha dimenticato la “normalità” ed è stata gettata dalla crisi di lavoro nella miseria: i servizi sociali del Comune, la Caritas e le parrocchie fanno quello che possono. «La povertà è anche tra i pensionati – ha valutato Zoccolan –. Ci sono situazioni difficili e non dichiarate per vergogna».
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