Cristicchi torna in Friuli con “Il secondo figlio di Dio”
Il popolarissimo autore di “Orcolat” sarà lunedí 5 marzo all’auditorium di San Daniele. Il suo musical civile a Pontebba, Zoppola e Maniago dal 2 al 4
Torna in Friuli Simone Cristicchi ospite del circuito Ert con “Il secondo figlio di Dio”, il suo più recente “musical civile”. Lo spettacolo – diretto da Antonio Calenda con gli arrangiamenti e le musiche di Walter Sivilotti – sarà al teatro Italia di Pontebba venerdì 2 marzo, alle 21, per spostarsi nella destra Tagliamento, sabato 3 marzo all’auditorium comunale di Zoppola alle 20.45 e concludere la breve tournée domenica 4 marzo al Verdi di Maniago, ancora alle 20.45. Ma Cristicchi troverà anche il tempo di fare visita a San Daniele, ospite del salotto di “rEsistenza” letteraria, LeggerMente.
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Arriva Simone Cristicchi sul palco di LeggerMente e definirlo e raccontarlo non è impresa semplice. Ci vengono in aiuto le sue parole, quel suo presentarsi tramite due azzeccatissimi neologismi, “cantattaore” e “ricercautore”.
Dopo la sua recente e folgorante apparizione a quella Sanremo che ne decretò nel 2007 il definitivo successo, Simone continua il suo peregrinare incessante nei teatri italiani per raccontare storie dimenticate, incredibilmente emozionanti. Perché di certo Simone non è un semplice cantante o un autore di brani musicali, semmai un artista multiforme.
«“Il racconto del Vajont” di Marco Paolini, per me è stato una rivelazione. E poi ancora, a soli 14 anni, mia mamma ebbe la brillante idea di farmi assistere a uno spettacolo di Gigi Proietti: uno dei suoi cavalli di battaglia al Sistina di Roma (credo fosse “A me gli occhi, please”)» racconta.
Un teatro, quello di Simone, che basa quindi il suo fascino sulla forza della parola e sull’intensità sprigionata da un interprete pieno di energia comunicativa.
Cristicchi è un affascinante ricercatore di storie prelevate dalla Storia, trasformate poi non solo in canzoni, ma anche in spettacoli teatrali che ridonano al pubblico il senso di una memoria collettiva altrimenti persa, sfibrata, consunta.
E lo fa difendendo e avvalorando la vitalità del contatto umano, in un’epoca in cui vorremmo virtualizzare persino i saluti, gli sguardi, gli affetti. Appena nominato direttore del Teatro stabile d’Abruzzo già lo aveva detto: «Il mio motto è “Dal vivavoce alla voceviva”.
È un’inversione di tendenza, che non è nostalgia, ma una visione del futuro: la vivavoce si può sentire dappertutto col telefonino, mentre il suono di una voce che ha una storia da raccontare, ha un valore universale che arriva al cuore.
È la magia irripetibile del qui e ora, che dobbiamo recuperare». Così facendo ha ripescato storie sepolte come quella tragica dei profughi istriani fatta rivivere in “Magazzino 18”, o quella di un mistico e visionario predicatore dell’800 Davide Lazzaretti, ne “Il secondo figlio di Dio”. Un messaggio di pace e tolleranza destinato a rimanere utopia?
Domanda a cui Cristicchi ha già avuto modo di rispondere. «Resta utopia perché probabilmente in noi, negli esseri umani, c’è un germe insito nel dna che è il germe dell’egoismo, dell’ambizione, dell’invidia che non ci permette di immaginare e realizzare una società perfetta.
È molto interessante studiare il pensiero di Lazzaretti perché è molto vicino a quanto sostiene oggi Papa Francesco e alla sua teologia che si rifà in qualche modo allo gnosticismo cristiano, cioè questa eresia che venne poi cancellata dalla storia dei primi cristiani che parlavano di scintilla di Dio all’interno di ogni uomo, un Dio interiore, ma non esteriore».
Simone sarà a LeggerMente lunedí 5 marzo, all’auditorium delle scuole medie di San Daniele, con inizio alle 20.45. I posti al momento sono già esauriti, ma si può sperare in qualche defezione (info@leggermente.it o un sms al 339 3697658).
(*curatore del festival)
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