Scappa e tenta di mordere gli agenti: arrestato un 19enne marocchino
È sceso di corsa dall’auto fermata in via Roma dalle forze dell’ordine: tre poliziotti sono finiti all’ospedale. In tasca aveva anche 25 grammi di marijuana. A marzo aveva derubato il parroco di Palmanova
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Domani si presenterà davanti al giudice per rispondere del furto perpetrato lo scorso 23 marzo ai danni del parroco di Palmanova, monsignor Angelo Del Zotto. Nell’attesa il diciannovenne Khalifa Baghrar, marocchino residente a San Daniele, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, per aver spintonato e tentato di mordere gli agenti della polizia che l’avevano bloccato in Borgo stazione dopo una fuga durata alcuni minuti. Ieri il giudice ha concesso al giovane i domiciliari.
La fuga in Borgo stazione
Nel primo pomeriggio di venerdì, poco dopo le 15, un equipaggio del Reparto prevenzione crimine di Padova, impegnato nei servizi intensificati di controllo del territorio disposti dal questore di Udine, ha fermato un’autovettura sospetta che stava percorrendo via Roma.
A quel punto, improvvisamente, dal lato del passeggero è uscito un ragazzo, che ha iniziato a correre con il chiaro obiettivo di sottrarsi al controllo dei poliziotti. Baghrar si è messo a correre in direzione di piazza della Repubblica, imboccando poi via Leopardi, rincorso da un poliziotto e seguito da una pantera, che lo ha poi bloccato in via Aquileia.
In tre all’ospedale
Il giovane marocchino, fermato, ha iniziato a dare in escandescenze, sbracciandosi e colpendo i tre agenti. Non pago, ha tentato anche di mordere un operatore, senza successo. I tre poliziotti, per le ferite riportate, sono dovuti ricorrere alle cure mediche del Pronto soccorso: uno dei tre, in particolare, dovrà stare a riposo per un mese a causa delle lesioni riportate.
Il diciannovenne è stato accompagnato in questura, dove, il personale della Squadra volante ha provveduto a identificarlo e perquisirlo: da una tasca sono così sbucati oltre 25 grammi di marijuana. Il giovane è stato quindi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e segnalato all’autorità giudiziaria non solo per il possesso dello stupefacente, ma anche per aver violato un provvedimento di divieto di ritorno nel territorio comunale, emesso dal questore nei suoi confronti. Per lo stesso motivo è stato segnalato anche il conducente dell’auto a bordo della quale viaggiava Baghrar, - anche lui marocchino, di 23 anni - già colpito dal foglio di via.
Il precedente
Il 23 marzo Baghrar era stato protagonista - assieme a due connazionali - di un raid nella canonica della parrocchia di piazza Grande, a Palmanova. Dalla cassaforte erano riusciti a portare via 6 mila euro in contanti e due blocchetti di assegni. Poi erano passati alla camera da letto, asportando anche due orologi e una catena d’oro, per un valore complessivo di 10 mila euro. Proprio nei giorni scorsi il giudice monocratico del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, aveva respinto l’istanza di pena a un anno e quattro mesi di reclusione proposta dalle difese dei tre maghrebini, con il consenso del pm Paola De Franceschi, titolare del fascicolo, ritenendo di non poter concedere agli imputati le attenuanti generiche e la sospensione condizionale, in assenza di una condotta riparatoria. Senza, cioè, che nel frattempo sia stato risarcito il danno, o almeno parte di esso, a monsignor Angelo Del Zotto.
L’idea dei difensori del marocchino era stata quella di “arruolare” Baghrar in chiesa, per fargli svolgere attività di volontariato anziché restituire il controvalore in denaro del materiale e degli assegni rubati. Ritenendo «impercorribile» la strada del volontariato, l’avvocato del parroco aveva quindi calcolato in dieci mila euro l’ammontare complessivo del danno preteso, in solido, dai marocchini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La fuga in Borgo stazione
Nel primo pomeriggio di venerdì, poco dopo le 15, un equipaggio del Reparto prevenzione crimine di Padova, impegnato nei servizi intensificati di controllo del territorio disposti dal questore di Udine, ha fermato un’autovettura sospetta che stava percorrendo via Roma.
A quel punto, improvvisamente, dal lato del passeggero è uscito un ragazzo, che ha iniziato a correre con il chiaro obiettivo di sottrarsi al controllo dei poliziotti. Baghrar si è messo a correre in direzione di piazza della Repubblica, imboccando poi via Leopardi, rincorso da un poliziotto e seguito da una pantera, che lo ha poi bloccato in via Aquileia.
In tre all’ospedale
Il giovane marocchino, fermato, ha iniziato a dare in escandescenze, sbracciandosi e colpendo i tre agenti. Non pago, ha tentato anche di mordere un operatore, senza successo. I tre poliziotti, per le ferite riportate, sono dovuti ricorrere alle cure mediche del Pronto soccorso: uno dei tre, in particolare, dovrà stare a riposo per un mese a causa delle lesioni riportate.
Il diciannovenne è stato accompagnato in questura, dove, il personale della Squadra volante ha provveduto a identificarlo e perquisirlo: da una tasca sono così sbucati oltre 25 grammi di marijuana. Il giovane è stato quindi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e segnalato all’autorità giudiziaria non solo per il possesso dello stupefacente, ma anche per aver violato un provvedimento di divieto di ritorno nel territorio comunale, emesso dal questore nei suoi confronti. Per lo stesso motivo è stato segnalato anche il conducente dell’auto a bordo della quale viaggiava Baghrar, - anche lui marocchino, di 23 anni - già colpito dal foglio di via.
Il precedente
Il 23 marzo Baghrar era stato protagonista - assieme a due connazionali - di un raid nella canonica della parrocchia di piazza Grande, a Palmanova. Dalla cassaforte erano riusciti a portare via 6 mila euro in contanti e due blocchetti di assegni. Poi erano passati alla camera da letto, asportando anche due orologi e una catena d’oro, per un valore complessivo di 10 mila euro. Proprio nei giorni scorsi il giudice monocratico del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, aveva respinto l’istanza di pena a un anno e quattro mesi di reclusione proposta dalle difese dei tre maghrebini, con il consenso del pm Paola De Franceschi, titolare del fascicolo, ritenendo di non poter concedere agli imputati le attenuanti generiche e la sospensione condizionale, in assenza di una condotta riparatoria. Senza, cioè, che nel frattempo sia stato risarcito il danno, o almeno parte di esso, a monsignor Angelo Del Zotto.
L’idea dei difensori del marocchino era stata quella di “arruolare” Baghrar in chiesa, per fargli svolgere attività di volontariato anziché restituire il controvalore in denaro del materiale e degli assegni rubati. Ritenendo «impercorribile» la strada del volontariato, l’avvocato del parroco aveva quindi calcolato in dieci mila euro l’ammontare complessivo del danno preteso, in solido, dai marocchini.
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