Vuole ospitare i migranti: minacciato un albergatore
Scritte intimidatorie contro l’imprenditore Renzo Paravano. A villa Mabulton dovrebbero essere accolti cinquanta minori non accompagnati
MORTEGLIANO. Non è neanche partito il progetto di integrazione di minori non accompagnati a villa Mabulton di Chiasiellis, che ignoti scrivono di notte insulti e minacce contro i promotori dell’iniziativa. Sulla staccionata esterna del parco che circonda il complesso alberghiero e sportivo, visibile dalla strada, una scritta a caratteri cubitali: «Infame» e vicino il simbolo dei dollari. Basta questo a esprimere il concetto che chi fa accoglienza agli stranieri lo fa per business. Più oltre l’ingiuria viene ripetuta e rincarata con una minaccia: «L’infamia ti seppellirà».
Ci vuole poco a immaginare che gli epiteti sono diretti al proprietario, l’imprenditore Renzo Paravano, che sta avviando un piano per trasformare il centro, che oltre ad albergo e ristorante comprende un campo pratica per il golf e una piscina all’aperto molto frequentata dalle famiglie d’estate, in un luogo di accoglienza e di formazione professionale di giovani richiedenti asilo, con modalità studiate per dare nuovo impulso alla struttura e al paese.
Non è la prima volta che la proposta viene presa di mira da chi di profughi non vuole sentire neppure parlare. Infatti pochi mesi fa poco distante dal cancello d’ingresso è comparso il cartello «Prima gli italiani», siglato Fn, ossia Forza nuova.
È singolare che venga rifiutata a priori la proposta, avanzata da Paravano in collaborazione con l’associazione Impresa a Rete, prima ancora che ne sia definitivamente sancita la fattibilità. Oltre tutto villa Mabulton si trova isolata fuori di Chiasiellis.
«Non si tratta di un campo profughi, ma di un’attività strutturata e normata secondo le determine del Ministero dell’interno, tesa a trasformare i costi a perdere dell’ente pubblico in risorse socio-economiche per i territori, e finanziata dallo stesso Ministero»: lo affermano i referenti di Impresa a Rete, gestore della rete dell’economia sociale internazionale Res-Int, che si candida al ruolo di soggetto attuatore «per la gestione dell’intero progetto, in collaborazione con enti qualificati nella formazione quali Ial-Fvg, Fondazione Opera Sacra Famiglia, Università degli Studi di Padova, Randstad Italia».
Sono 50 i posti previsti, con l’obiettivo di avviare gradualmente i giovani stranieri verso l’autonomia e l’inclusione nel tessuto sociale, nello stesso tempo dando al territorio e al paese occasioni di lavoro e sviluppo.
Il progetto di accoglienza e di formazione dei giovani stranieri a villa Mabulton incassa la solidarietà di Angelo Tomasin, assessore all’ambiente, salute e casa di riposo di Mortegliano. Precisando che parla a titolo personale, Tomasin spezza una lancia per un inevitabile arrivo di persone che vengono da lontano, fenomeno che può essere gestito e controllato.
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