Diciottenni alla prova del voto: ecco cosa si aspettano dal nuovo anno
Come sarà il 2018 per i ragazzi della cosiddetta generazione nativa digitale? Le storie di cinque friulani venuti al mondo a cavallo del Duemila. Sogni, ambizioni, speranze e aspettative per il lavoro
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Il 1 gennaio 2018 sono diventati maggiorenni. E tra due mesi andranno a votare. Loro, i nati il 1 gennaio 2000. I primi a lasciarsi alle spalle il “Secolo breve” e a guardare dritti al nuovo Millennio.
«L’Italia è un Paese per vecchi che continua a guardare al passato e che non fa nulla per il suo futuro. Per questo motivo mi va stretta e conto di trasferirmi in Australia dove spero di trovare un lavoro, possibilmente che mi piaccia, e l’amore».
Sono questi i sogni di Erik Cavallo, dal 1 gennaio maggiorenne, tra i primi nati del 2000. Timido, introverso che ha trovato nel teatro e nel palio studentesco il coraggio necessario per parlare di se stesso, ma con le idee estremamente chiare su quello che vuole dalla sua vita, Erik frequenta la quarta classe dell’indirizzo di Telecomunicazioni dell’istituto udinese Malignani e ha l’entusiasmo e l’energia di chi, davanti a se, ha tutta la vita.
«Non voglio pensare di trascorrere tutta la mia esistenza tra casa e lavoro senza aver tempo da dedicare alle persone che amo e ai miei passatempi. La qualità della vita è un elemento da non sottovalutare» prosegue Erik.
Ma forse “scappare” invece che provare a cambiare le cose è la via più semplice e non quella più coraggiosa: «Ci sto riflettendo da molto, ancora di più in questi giorni che ho letto che il prossimo 4 marzo si andrà a votare. Il mio primo appuntamento con le urne dove però ammetto di non avere le idee chiare su dove poggiare la matita: vedo gli stessi politici riproporsi da anni, sempre le stesse facce».
Erik si lascia aperte tutte le porte per il suo futuro prossimo; sta ancora decidendo cosa studiare all’università e la professione da intraprendere, ma sicuramente avranno a che fare con il mondo della comunicazione. «Ammetto di essere sempre connesso, sia tramite mobile che pc; in rete mi informo e mi diverto mentre per quanto concerne la lettura di libri preferisco ancora il metodo su carta. Grazie al teatro ho scoperto Shakespeare e per il mio futuro comincio ad intravedere un percorso forse più umanistico che scientifico».
Tra i coetanei l’utilizzo dei social impazza, ma Erik si distingue anche in questo: «Sono troppo timido per selfie e foto che mi ritraggono in mille pose diverse per cui niente Instagram anche se piace molto ai miei coetanei. Al momento ho solo un profilo Facebook dove interagisco con i miei amici ma al di là della vita “virtuale” mi piace vederli anche in quella reale, davanti ad un buon piatto, un gioco in scatola come il Mah Jong (antico gioco cinese) o ascoltando della musica come i Coldplay, il mio gruppo preferito».
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