Gaia, tre mesi in Palestina: «La Pace non arriva da sola»
In redazione al "Messaggero Veneto Scuola" la 22enne di Pordenone, volontaria con Operazione Colomba. Neolaureata in design, ha scelto di partire per impegnarsi in prima persona
Anna Minca, liceo Leopardi Majorana Pordenone PORDENONE. «Sono tornata quasi da un mese dalla Palestina. Sono stata li tre mesi». È con parole semplici e spontanee che Gaia Dal Poz, ventiduenne di Pordenone, inizia a raccontare, lunedì 15 gennaio, ai ragazzi della redazione del MV di Pordenone, l’esperienza che le ha cambiato la vita.
La neolaureata in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano è partita a ottobre con Operazione Colomba, corpo non violento di pace, ed è tornata in Italia a dicembre. Con una conversazione-dibattito, gli studenti si sono fin da subito interessati ad un argomento che inizialmente li vedeva molto lontani.
Da Pordenone in Palestina a 22 anni per fare la volontaria
«Quando vi parlo del conflitto Israelo-Palestinese, qual è la prima frase o parola che vi viene in mente?». Oltre a Gerusalemme, Trump, conflitto, nelle città orientali c’è molto altro, ci sono quattro milioni di persone, famiglie fortissime ma obbligate a vivere in un’enorme carcere lungo 6220 kmq. Gaia voleva alzare la voce contro tutte le ingiustizie ed è partita.
«Il dolore necessita di un volto per essere capito» annuncia con fermezza poco prima di mostrare un video della più giovane giornalista Palestinese, Janna Jihad. La bambina di dieci anni, allo stesso modo di Gaia, si sta muovendo come attivista per far gridare l’Onu “liberate la Palestina da questo conflitto secolare”. La pace non arriva da sola, sottolinea la volontaria, il consiglio è quello di fare ciò che si può, l’importante è alzarsi e impegnarsi in qualcosa.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) «Condividiamo la vita dei bisognosi»]]
Nei tre mesi Gaia ha condiviso le paure, i rischi, un’instancabile solidarietà e semplici parole, ridando spesso forza per continuare a vivere a tante persone, a tante madri e donne.
«Ma se anche noi volessimo fare qualcosa?». In modo esauriente, la volontaria ha spiegato che non è difficile l’azione di partire, non serve avere un particolare curriculum, basta essere maggiorenni e schierarsi dalla parte della non violenza.
I progetti attuali sono in Albania, Palestina, Libano e Colombia. È indispensabile seguire una formazione e poi la partenza è immediata. La redazione giovani non ha potuto lasciar andare la ventiduenne senza conoscere i progetti per il futuro, «Non lo so, è ancora quasi tutto da decidere», un’esperienza così importante la guiderà sicuramente.
E tornare in Palestina? Forse si, probabilmente vorrebbe ripartire e rivivere l’ambiente speciale che è Operazione Colomba, per raccogliere i semi della vita che stanno fiorendo, per incontrare altre persone forti, sottolinea, e con cui, in soli tre mesi, ha legato moltissimo.
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