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Elezioni, sei possibili outsider nella corsa alla Regione Fvg

Oltre ai tre blocchi classici, pensano a piazza Unità una serie di sigle minori. Dagli autonomisti alla sinistra, la sfida è prima di tutto la raccolta delle firme

2 minuti di lettura

UDINE. Centrosinistra, o meglio Pd e i suoi alleati almeno al momento, centrodestra – sempre che resti unito – e M5s sono i tre principali blocchi che si presenteranno ai nastri di partenza della campagna per le Regionali.

Ma accanto al tripolarismo, ormai assodato anche nella politica del Fvg, si muovono una serie di movimenti, oppure partiti veri e propri, che potrebbero correre da soli il 29 aprile, probabilmente senza reali chance di vittoria, ma in grado – questo sì – di intercettare fette di consenso tali da spostare l’ago della bilancia da una parte oppure dall’altra.

Partiamo dal mondo autonomista al cui interno c’è una formazione che, senza dubbio, ha molte più chance delle altre di portare a casa percentuali non banali di elettorato.

Parliamo, in questo caso, del Patto dell’Autonomia che ha già superato il primo scoglio, leggasi le firme e le candidature per le Politiche, in questi mesi si è strutturato ed è cresciuto e, soprattutto, punta a farsi guidare dall’ex governatore e sindaco di Udine Sergio Cecotti.

Lui non ha ancora sciolto le riserve, almeno ufficialmente, ma è presente a tutte le iniziative politiche del Patto e, dunque, da quelle parti vige un più che discreto ottimismo sulla possibilità che vesta i panni del candidato governatore.

Sempre all’interno della variegata galassia autonomista, poi, il movimento Acuile dal Friûl ha ufficializzato, nelle passate settimane, l’investitura della goriziana Isa Dorigo nel ruolo di papabile presidente e sta avviando, in regione, la raccolta delle firme a suo sostegno.

Sì, perché la legge elettorale impone di raggranellare poco meno di 5 mila sottoscrizioni per presentarsi in tutte le circoscrizioni elettorali e questa soglia rappresenta, onestamente, l’ostacolo principale da superare per le formazioni minori.

Burocrazia, si dirà, ma la legge è legge, come sa bene anche il Front Furlan estromesso dalle Politiche proprio per una serie di mancanze burocratiche riscontrate dalla Corte d’appello di Trieste. I friulanisti, però, non paiono intenzionati a rassegnarsi e – almeno così dicono – si stanno muovendo per presentarsi alle Regionali dove potrebbe essere schierato uno degli uomini di punta del gruppo e cioè Claudio Boaro.

Attenzione, poi, ai Verdi che il 4 marzo si presentano in alleanza con il Pd, mentre in Fvg dovrebbero correre in solitaria.

D’altronde è recentissimo il comunicato del portavoce in Fvg Alessandro Claut con cui ha tacciato di «arroganza e maleducazione politica» la «dirigenza di questo centrosinistra» ufficializzando il ritorno in campo, proprio con i Verdi, di Alessandra Guerra, ex presidente della Regione, ex leghista e traghettata – per un breve periodo – pure in quota dem.

A dir poco interessante, poi, è la situazione a sinistra del Pd. Il primo punto di domanda, tutt’altro che banale in ottica di vittoria finale, riguarda il ruolo e il destino di Liberi e uguali. Attualmente il blocco che ha unito Mdp, Sinistra italiana e Possibile pare essere lontano anni luce dalle posizioni del Pd e soprattutto dalla figura di Sergio Bolzonello.

Tanto che in molti descrivono il consigliere Mauro Travanut – alla terza legislatura a piazza Oberdan e dunque candidabile soltanto da presidente – come possibile frontman il 29 aprile. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il 4 marzo – con tutti i possibili sviluppo nazionali – e soprattutto le geometrie variabili scelte da Pietro Grasso a livello locale con Liberi e uguali che appoggia la ricandidatura di Nicola Zingaretti alla Pisana, ma non la corsa di Giorgio Gori verso il Pirellone.

La domanda, quindi, è la seguente: in Fvg la sinistra si presenterà spaccata oppure, specialmente in caso di rottura del centrodestra che aumenterebbe le chance di riconquistare la Regione, marcerà unita?

Chi, al netto di sterzate che non paiono all’orizzonte, non sarà sicuramente in alleanza con il Pd, invece, è Rifondazione comunista.

Dopo il nulla di fatto di cinque anni fa – con la candidatura di Marino Andolina, sostenuto dalla lista Sinistra che comprendeva Rifondazione comunista e il Partito dei Comunisti italiani – questa volta gli eredi di Roberto Antonaz vogliono provarci di nuovo dopo essere riusciti (con il nome di Potere al popolo) a presentarsi alle Politiche.

Il candidato? Difficile a dirsi oggi, ma un nome da non scartare potrebbe essere quello di Roberto Criscitiello, segretario regionale del partito già presentatosi alle Comunali di Gorizia con la lista Sinistra unita che ha conquistato l’1,63% dei consensi.

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