La decisione di una ragazza friulana: "Ho scelto Allah e adesso sono felice"
Ilaria Dettori, 20 anni, oggi per tutti “Amina”, racconta perché ha abbracciato la religione musulmana: nessuno mi ha costretto
UDINE. «Non mi hanno indottrinato né fatto il lavaggio del cervello. La mia è stata una scelta ponderata e ora sono finalmente felice».
Ilaria Dettori ha 20 anni, è udinese, e da poco ha abbracciato la religione musulmana. Facciamo la sua conoscenza durante la festa di fine Ramadan, a Cussignacco. A presentarcela è Mohammed Hassani, portavoce del centro “Misericordia&Solidarietà” di via Marano. Timida, avvolta nella sua tunica e con i capelli nascosti dal velo bianco ci racconta il suo “rapporto speciale” con l’Islam.
«Ho conosciuto questa fede grazie ad alcune persone a 17 anni, ma nessuno mi ha costretto a convertirmi. Ho fatto semplicemente alcune ricerche, non banali e nemmeno su internet, e mi sono sempre di più interessata alla materia fino a quando ho cominciato a credere in quello che leggevo. Ho capito che nell’Islam c’è la verità e così ho deciso di fare il passo decisivo».
Un cambio di rotta improvviso che «in famiglia – dice Ilaria – non è stato accolto con felicità all’inizio. Anzi. I miei genitori non erano d’accordo. Erano prevenuti e avevano paura per me. Ma hanno capito che era il mio volere e che finalmente ero felice perché stavo seguendo una passione».
Ad aiutarla in questo processo di conversione una famiglia marocchina, papà e mamma di una amica di Ilaria «che – spiega – mi hanno fatto da testimoni il giorno in cui ho abbracciato questa fede. Da quel giorno per me non è c’è altro Dio al di fuori di Allah e il suo profeta è Maometto».
Ilaria si fa intervistare lontana dalle altre donne tutte raccolte nel tendone del campo sintetico di calcetto diventato per un giorno luogo di preghiera.
Tutte hanno il velo, alcune hanno il volto quasi completamente coperto, e sono in seconda fila separate dagli uomini da una rete e da un diverso accesso. Cerchiamo di scattare qualche foto mentre condividono il cibo, prima dell’inizio della preghiera, ma veniamo fermati “per il rispetto della privacy”, ci precisano.
Chiediamo a Ilaria se è normale questa disposizione. «Sì, non c’è niente di male – risponde –. Non si tratta di una separazione, né di un atteggiamento di sottomissione o di inferiorità al mondo maschile. È il nostro modo di vivere in comunità, di fare gruppo tra di noi. Ci sentiamo tutte sorelle».
Per tutte Ilaria è diventata “Amina”. «Mi trattano come una di loro – afferma –. Frequento un gruppo di ragazze con le quali mi ritrovo anche per pregare. C’è un grande senso di unione, cosa che non avvertivo prima della conversione».
Ci concede una foto prima di lasciarci, abbassando leggermente il copricapo. «Cercavo la mia dimensione – conclude Ilaria Dettori – e l’ho trovata in questa religione. L’Islam è il modo giusto di vivere la vita. Mi fa stare meglio. Allah non impone ordini per il gusto di farlo, ma perché vuole il bene del fedele».
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