Grande guerra, dopo 100 anni trovati altri resti
Le spoglie di un soldato rinvenute sul confine italo-austriaco sul monte Cellon. Saranno tumulate nel tempio Ossario
PALUZZA. Rinvenuti sul Cellon-Creta di Collinetta i resti di un caduto della Grande Guerra. Il ritrovamento è stata effettuato dai volontari dell’associazione Amici delle Alpi Carniche e dal direttore del museo all’aperto, Luca Piacquadio. «Durante una ricognizione sul monte Cellon abbiamo notato dei resti umani che affioravano nei pressi dello spartiacque italo-austriaco, a quota 2.238 metri, sull’anticima italiana».
Le povere spoglie sono di un milite ignoto, di cui si ignora persino la nazionalità in quanto vicino alle spoglie non è stato rinvenuto alcunché che possa ricondurre all’esercito di appartenenza. Dopo le segnalazioni e gli accertamenti di rito, i resti umani sono stati portati a valle, a disposizione delle autorità preposte in attesa di essere tumulate nel Tempio Ossario di Timau.
Il colonnello Zoritto (Onor Caduti) spiega che occorrerà l’intervento del medico patologo prima di poterlo tumulare con agli altri caduti nel sacrario militare di Timau, che già ospita 1.645 caduti italiani e 73 austroungarici.
Non sono rari questi affioramenti di resti umani e di altro materiale militare sui monti dove cento anni fa si sono combattute cruente battaglie.
Generalmente le spoglie rinvenute in questi frangenti vengono tumulate il primo novembre, in concomitanza con l’accensione della fiaccola della pace che arriva successivamente sino a Redipuglia. Il Cellon, chiamato anche Creta di Collinetta, Zellonkofel e, anticamente, Frischnkofel, si erge sulla sinistra del valico di Monte Croce. Presenta la sommità formata da due cime della stessa altezza e distanti tra loro poche decine di metri.
Durante la guerra quel monte ebbe un’importanza strategica di prim’ordine in quanto, dalla vetta, era possibile controllare, oltre il valico, anche le rotabili e i sentieri delle sottostanti valli italo-austriache dell’Alto But e dell’Anger. «La cima – racconta Piacquadio – venne presa dagli austriaci, che la tennero sino al 22 giugno 1915, data in cui venne conquistato dagli alpini della 109ª Compagnia del battaglione Monte Arvenis».
E, forse, le spoglie appena ritrovate appartengono proprio a un milite che perse la vita durante questi attacchi.
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