Una panoramica ampia e dettagliata dei principali protagonisti della criminalità organizzata italiana.È questo – ma anche molto altro – “I boss che hanno cambiato la storia della malavita” (Newton Compton, 572 pagine, 9,90 euro), l’ultimo lavoro del giornalista Bruno De Stefano.Il libro Il volume, assai corposo, racconta le storie di ventitré boss delle quattro mafie – Cosa Nostra, camorra, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita – che per decenni hanno condizionato, e condizionano ancora, la vita sociale, civile ed economica di ampie zone del nostro Paese. De Stefano ricostruisce minuziosamente le “carriere” di personaggi che dal dopoguerra in poi hanno insanguinato Sicilia, Campania, Calabria e Puglia; ma nelle pagine del libro si parla anche della colonizzazione della mafia calabrese nella ricca e (almeno per un periodo) insospettabile Lombardia.«La visione d’insieme che offre il libro – spiega De Stefano – suscita reazioni diametralmente opposte: se da un lato è avvilente, dall’altro fa tirare un sospiro di sollievo. È avvilente perché riga dopo riga emerge un dato innegabile: per lunghi periodi molti boss sono stati potenti, invincibili e imprendibili (e qualcuno lo è ancora) senza che lo Stato s’impegnasse sul serio per fermarli, per sottrarre loro il dominio su ampie aree del Paese e gli ingenti patrimoni accumulati illegalmente. Fa tirare un sospiro di sollievo perché – anche se Cosa Nostra, camorra, ‘ndrangheta sono tuttora in discreta salute – quasi tutti sono stati arrestati e condannati all’ergastolo oppure hanno deciso di collaborare con la giustizia».I bossIl volume di apre con il profilo di Carmine Alfieri, boss della Nuova Famiglia, e prosegue con il pugliese Salvatore Annacondia (del quale di recente si è parlato a proposito di un selfie fatto con il ministroMatteo Saleini), Gaetano Badalamenti, Giovanni Brusca, Tommaso Buscetta, Salvatore Cancelli, Raffaele Cutolo, Pasquale Galasso, Luigi Giuliano, Michele Greco, Luciano Liggio,Matteo Messina Denaro, Saverio Morabito, Lorenzo Nuvoletta, Franco Pino, Bernardo Provenzano, Totò Riina, Francesco Schiavone,Angelo Siinof, Gaspare Spatuzza, Antonio Spavone, Vincenzo Stranieri, Michele Zaza.Nelle pagine del libro, l’autore torna spesso su un concetto: i boss, dice, non hanno fatto tutto da soli, quindi non sono gli unici colpevoli.la rete di complicità«Prima di considerare i boss il male assoluto – sostiene l’autore Bruno De Stefano – è necessario tenere conto che in un Paese normale le loro carriere sono sarebbero state mai così longeve né avrebbero mai potuto condizionare la vita sociale ed economica di milioni di persone. Quasi tutti hanno avuto e hanno indubbiamente capacità fuori dall’ordinario, ma hanno potuto valorizzarle ed imporle grazie alle collusioni con spezzoni dei potere (non soltanto politico) e una diffusa complicità trasversale nella società civile, nel mondo delle imprese e dell’economia. I boss di cui si parla nel mio libro, quindi, non sono dei miti né delle leggende. Sono soltanto dei criminali che hanno avuto la fortuna di nascere in un Paese che normale non è».(m.d)Raffaele CutoloLa sua storia rappresenta in assoluto un esempio di come un leader della malavita abbia avuto la possibilità di crescere con la complicità della società
I boss che hanno cambiato la storia della malavita
De Stefano Newton Compton 9,90 €