18 dicembre 2017 - 10:20

Titolò «Bastardi islamici», Belpietro assolto a Milano: «Non ha offeso la religione musulmana»

Il titolo apparve su «Libero» il 13 novembre 2015 dopo la strage di Parigi. Era accusato di «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», aggravate dalla finalità di odio razziale, e rischiava una multa di 8300 euro

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Maurizio Belpietro, ora direttore de La Verità, è stato assolto dall’accusa di «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», aggravate dalla finalità di odio razziale, per il titolo «Bastardi islamici» che comparve su Libero, quotidiano all’epoca da lui diretto, il 13 novembre 2015 dopo la strage di Parigi. Lo ha deciso il Tribunale di Milano. La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Anna Calabi con la formula «il fatto non sussiste». «Non so quale siano le motivazioni con cui sono stato assolto, immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia che non c’era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi», ha dichiarato a caldo il direttore.

L’accusa

Per il pm di Milano Piero Basilone, che aveva chiesto la condanna a una multa da 8.300 euro, «il titolo ‘Bastardi islamici’ è un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime di attentati terroristici». Secondo il pm, Belpietro doveva essere condannato per «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», aggravate dalla finalità di odio razziale, in quanto era «perfettamente consapevole di offendere» con una «espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità musulmana».

«Riferito ai terroristi»

«Quando abbiamo fatto quel titolo - aveva spiegato precedentemente in aula Belpietro - per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché ‘islamici’ era aggettivo relazionale del sostantivo ‘bastardi’ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, ‘bastardi musulmani’. La lingua italiana è chiara, basta andare su google e digitare ‘islamico’ e si può leggere ‘aggettivo’». Il titolo scatenò polemiche strumentali perché si cerca di far sparire il fatto che c’è qualcuno che ammazza in nome dell’Islam. La mia intenzione era semplicemente di sostenere che i bastardi sono quelli che hanno assassinato quelle persone».

Le querele

Il processo era scaturito dalle querele depositate da una decina di musulmani e nel dibattimento era stato ammesso il Caim, coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza, che aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro e una provvisionale da 100mila euro. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra quindici giorni.

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