29 dicembre 2017 - 11:26

Gualtiero Marchesi, ai funerali folla di chef: da Cannavacciuolo a Oldani

Le esequie nella chiesa di Santa Maria del Suffragio: tra gli altri Ezio Santin, Ernst Knam, Claudio Sadler, Iginio Massari, Pietro Leemann, Nadia Santini, Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Enrico Cerea, Sergio Mei, Enrico Derflingher. A celebrare la messa don Gino Rigoldi

Lo chef Antonino Cannavacciuolo ai funerali di Gualtiero Marchesi (Ansa) Lo chef Antonino Cannavacciuolo ai funerali di Gualtiero Marchesi (Ansa)
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Un lungo applauso ha accolto sugli scalini della chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano la bara di Gualtiero Marchesi, portata dal genero Enrico Dandolo e dai nipoti Guglielmo, Bartolomeo e Michelangelo. In centinaia sono venuti a onorare i funerali dello chef. Di fianco all’altare i gonfaloni di Comune, Città Metropolitana e Regione, un collage nel quale Marchesi è immortalato circondato dalle immagini dei suoi piatti più famosi e una statuetta in cartapesta che raffigura il cuoco mentre suona il violino con la forchetta. Arte, musica e cucina, le sue passioni. All’ingresso della bara è stato esposto un cartello: «Adesso sei tra le vere stelle». Probabilmente un riferimento alla polemica che gli aveva fatto rifiutare di ricevere i voti delle guide gastronomiche.

Tra i presenti tanti chef, accorsi a rendere omaggio al maestro e collega: Ezio Santin, Davide Oldani, Claudio Sadler, Iginio Massari, Pietro Leemann, Nadia Santini, Ernst Knam, Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Enrico Cerea, Sergio Mei, Enrico Derflingher. Assenti Carlo Cracco e Andrea Berton perché in vacanza all’estero, rispettivamente a Dubai e alle Maldive, e non sono riusciti a prendere l’ aereo per il rientro. Presente anche l’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno.

A celebrare la messa don Gino Rigoldi, amico della famiglia. «Ho scelto il passaggio evangelico delle beatitudini - ha esordito nella predica - perché Gualtiero amava la bellezza che è un bene assoluto. Il cibo richiama familiarità, amicizia, senso di comunità: l’allegria di essere insieme e godere di cose buone e cose belle. Il mangiare è una virtù, un luogo sacro per la vita. La messa nasce da una cena nella quale Gesù Cristo cenava con i suoi amici, anche con i suoi nemici.

«Il primo miracolo nel Vangelo di Giovanni è la trasmutazione di 600 litri di acqua in vino - ha proseguito don Rigoldi - e così mi immagino Gualtiero che sta guardando in faccia Gesù e insieme parlano di vino e di cibo. Continuate a parlargli anche voi perché non è mica sparito. Lui è già in un’altra dimensione e da là protegge la sua famiglia. E i cuochi». Dopo la predica la figlia Paola all’arpa e i nipoti Guglielmo al violino e Bartolomeo al violoncello hanno suonato un trio di Mendelssohn; alla comunione ancora musica classica con i tre nipoti.

Le due figlie hanno letto il loro omaggio al padre. Negli ultimi giorni «ci mancava il tuo essere positivo, ottimista, creativo - ha detto Simona -. Non ho il ricordo di un padre particolarmente casalingo e negli ultimi tempi abbiamo cercato di alleviare, addolcire le tue pene. Anche dopo che la mamma, che ti aveva sempre supportato, arricchito e ispirato, ti era mancata tanto, dopo la sua scomparsa. Preghiamo perché tu raggiunga la mamma nella luce eterna e tra le stelle che hai sempre disdegnato». Paola ha ringraziato il padre «per avermi comunicato l’amore per il bello, il vero e l’essenziale. Per avermi cresciuta con la tua filosofia di vita in tutte le arti, e ora nella più grande forma esistente, la vita stessa. Per avermi insegnato a osare e dire andando oltre gli schemi, restando coerenti col proprio sentire».

Poi ha preso la parola lo chef Pietro Leeman, che ha raccontato la propria esperienza di allievo. «Ci guidava con il suo esempio. Mai una mala parola. Quando avevo aperto il mio ristorante e mi veniva a trovare, mi tremavano le gambe. Ma con la sua lucidità mi hai insegnato a tenere sempre i piedi per terra. Hai dato dignità a tutti noi cuochi, grazie Gualtiero». All’uscita della bara, un altro lungo applauso. Il maestro sarà tumulato a San Zenone Po, in provincia di Pavia, nella tomba di famiglia.

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