Niente incidenti, e soltanto una trentina di irriducibili a fare il saluto romano. I responsabili sono stati identificati. Si è svolta martedì mattina al cimitero Maggiore di Milano la commemorazione dei caduti della Repubblica sociale. La cerimonia è stata organizzata al Campo X, che ospita centinaia di morti appartenenti alla Rsi. Alla commemorazione hanno partecipato un centinaio di persone, semplici cittadini e militanti di destra di Forza Nuova. In due momenti è stato chiamato il «presente» per i caduti e, nonostante le prescrizioni della questura e l’invito da parte dello speaker «il saluto romano lo facciamo nel nostro cuore», una trentina di persone, per lo più anziani, hanno levato il braccio. Situazione ben diversa da quella dello scorso 29 aprile, quando circa mille camerati avevano dato vita a una parata nello stesso Campo X, facendo il saluto romano e suscitando non poche polemiche, nonché l’intervento della Procura che poi chiese l’archiviazione di alcuni militanti, in quanto non c’era reato. Nei giorni scorsi il sindaco si era raccomandato con il prefetto di sorvegliare il cimitero per evitare segni, bandiere e apologia di fascismo. La Digos sta procedendo all’identificazione, e alla successiva denuncia, delle persone che hanno fatto il saluto romano.
Caduti Rsi, il ricordo al Campo X
Citato Sergio Ramelli
In due momenti, sia all’inizio che al termine delle celebrazioni, gli irriducibili non hanno resistito a ricordare «L’Italia del Duce», come è stato letto, e a salutare alla maniera fascista. «Chiediamo che a questi morti sia data la dignità di combattenti», è stato annunciato, quindi è partito un applauso ai 900 militari fascisti caduti dopo il 25 aprile. La commemorazione si è quindi conclusa con in prima fila anche i rappresentati di Forza Nuova, contraddistinti da felpe con i loro simboli. Presente anche Attilio Carelli, segretario nazionale della Fiamma Tricolore. Ha parlato anche la vedova di un bersagliere sepolto al Campo: «Noi siamo qui a proseguire i loro ideali». Quindi sono stati ricordati alcuni nomi fra cui quello di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, lo studente ucciso nel 1975 a Milano e ricordato ogni 29 aprile con una celebrazione.
Sala: bene le denunce
Per il sindaco Sala, quanto è accaduto «è stato spiacevole, ma chi è stato identificato verrà denunciato e questo un po’ mi conforta». Sorvegliare e monitorare la situazione «è una responsabilità del Prefetto che la gestisce al meglio, ma io continuerò a insistere e fare la mia parte, a stigmatizzare - ha aggiunto - e chiedere che quando ci sono gli spazi per le denunce vengano fatte». L’Anpi sul punto delle denunce ha chiesto che la magistratura cambi atteggiamento «e l’ho fatto anche io. Poi è una responsabilità dei magistrati». Ogni volta «che ci sarà un tentativo di tornare a celebrare il fascismo io sarò sempre contro, perché quei non-valori Milano li ha ricacciati indietro» ha concluso Sala.