Milano, 9 ottobre 2017 - 07:49

Referendum per l’autonomia in Lombardia, Sala a metà strada: «Un errore: ma andrò a votare sì»

Il sindaco interviene nella lite Martina-Maroni. E sta con Pisapia: il Pd è amico

Beppe Sala e Roberto Maroni (Ansa)
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A metà strada. Tra il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, e il presidente della Regione, Roberto Maroni. Beppe Sala e il referendum per l’autonomia. Lui, a differenza di Martina, andrà a votare il 22 ottobre e barrerà la casella con il sì. Ma diversamente da Maroni ritiene che si sarebbe potuta scegliere un’altra strada al posto della consultazione popolare. Su un altro fronte caldo — quello che vede ai ferri corti Campo progressista con Giuliano Pisapia e Mdp con Roberto Speranza, Bersani e D’Alema —, il sindaco non ha dubbi da che parte stare. Da quella di Pisapia, tanto da augurargli di portare fino in fondo il suo progetto di un centrosinistra largo e imprescindibile dal Pd. «Perché non si può trattare il Pd come un nemico».

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Non si è spenta ancora l’eco della polemica tra Martina e Maroni («Non andrò a votare. Il referendum è inutile, uno spreco di denaro». «A certi sinistri un po’ fighetti proprio non piace dare la parola al popolo sovrano») che Sala torna sul referendum voluto dal governatore Maroni, una consultazione che sta mettendo a dura prova i nervi del Pd. Da una parte il candidato in pectore per le regionali, Giorgio Gori che non solo voterà sì, ma ha anche creato il comitato dei sindaci Pd per il sì (di cui fa parte anche Sala) e gran parte della dirigenza Pd che spinge sull’astensionismo. Tra la posizione di Martina che non andrà a votare e quella di Maroni che quel referendum l’ha promosso «sto a metà — dice Sala —, nel senso che condivido il fatto che si potevano trovare altre formule e non fare il referendum, però voterò si. Il mio invito è ad andare a votare nella consapevolezza che il referendum si poteva anche evitare. Ormai il referendum c’è, quindi andiamo a votare e votiamo sì». Non solo. Sala continuerà a fare campagna per il sì con gli altri sindaci del Partito democratico. Anche se aggiunge: «Nei limiti delle mie possibilità». «La campagna però — continua il sindaco — deve servire soprattutto a una cosa: spiegare a cosa serve questo referendum, a cosa mira e cosa può cambiare, perché io temo che la gente non l’abbia ancora capito. Bisogna far capire che non è deliberativo, ma avvia un percorso».

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Sull’altro versante, si stanno mobilitando (quasi) tutte le forze del centrodestra. Ieri, l’assessore regionale leghista Gianni Fava ha chiesto al suo segretario Matteo Salvini di metterci la faccia per promuovere «un evento, qualcosa di grande, a Milano». «Pare possa partecipare a un appuntamento insieme a Silvio Berlusconi», ossia l’incontro di Forza Italia sabato al San Carlo. E pronostica quello che potrebbe essere un buon risultato per l’affluenza: «Considererei un buon risultato una partecipazione attorno al 44 per cento, in linea l’affluenza registrata al secondo turno delle scorse amministrative». Si muove anche Energie per l’Italia di Stefano Parisi: «Mancano due settimane al referendum. Vogliamo spiegare perché noi votiamo sì. Ci mobiliteremo, con gazebo in tutta la Lombardia e con un incontro molto importante in Veneto».

Chiuso il capitolo referendum , si apre quello dell’eterna litigiosità a sinistra.«Senza il Pd penso sia impossibile immaginare qualunque forma di governo, per cui non si può trattare il Pd come un nemico». Lo dice Sala commentando i rapporti sempre più tesi tra Pisapia e gli scissionisti di Mdp. «Ci sono risentimenti che posso capire, però questo faticosissimo tentativo di Pisapia, che non sappiamo se avrà successo, ha proprio questo senso cioè dire che non si può immaginare di essere lontani dal Pd». E alla fine Sala fa il suo personale bocca in lupo all’ex sindaco. «A Pisapia auguro di riuscire ad avere il coraggio di portare avanti le sue idee. Le idee ce le ha, lo ha dimostrato in questi anni, quindi gli auguro di non fare calcoli elettorali. Conoscendolo suppongo che non lo faccia. Se poi non sarà premiato dalle urne, conoscendolo sarà il primo che tirerà le somme. Il mio augurio è quello di andare avanti con le sue idee».

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