Milano, 21 ottobre 2017 - 08:39

Sabbioneta, il prete vieta i cani davanti alla chiesa «Non è una fogna, padroni incivili»

A Sabbioneta, nel Mantovano, la decisione del parroco divide il paese. Il sindaco: «Si tratta di area privata, non posso intervenire»

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Il sacerdote vegetariano dice no ai cani davanti alla chiesa. E rivendica la proprietà del giardino di fronte al sagrato, attirandosi le ire di animalisti e padroni abituati a portare gli animali a «sgambare» proprio in quell’area verde. Il terreno dello scontro è il piccolo parco che precede la chiesa di Sant’Antoni0 Abate a Villa Pasquali, frazione di Sabbioneta (patrimonio Unesco) nel Mantovano. Qui il parroco ha da poco posizionato un cartello che impone il «divieto di introdurre cani», con tanto di disegno esplicativo a scanso di equivoci.

Mugugni e proteste a mezza bocca dei cittadini, messaggi ironici che circolano sui social network contro la decisione. Il giardino, a memoria dei villesi, è sempre stato libero e accessibile a tutta la collettività. La nuova segnaletica è vista come uno sgarbo indigesto, quasi contro la tradizione. «L’area è sempre stata aperta — conferma il sindaco del paese, Aldo Vincenzi —, ma non posso né voglio intervenire a proposito di questa scelta perché il terreno non è di competenza del Comune, bensì privato. E non mi sono arrivate richieste particolari in merito». Anche se ammette di aver captato il malumore nella frazioncina, preferisce non mettere il becco nella diatriba.

Cosa ha spinto il sacerdote don Samuele Riva, 57 anni, a «recintare» il prato? «Non sono contrario agli animali, anzi sono vegetariano, ma qualcuno aveva scambiato quello spazio per un bagno pubblico per cani — commenta —. Il cartello va a colpire i padroni che hanno un atteggiamento incivile e lasciano le deiezioni sul verde. Non sanno che esistono sacchetti e palette apposta?». Punta solo a mettere un freno alla maleducazione, insomma. Tanto più che il praticello era meta ambita anche dai cercatori di tartufi. «C’era chi scavava e poi lasciava tutto per aria, con buchi e terra ovunque». Se davvero ci fosse il fungo nei terreni di proprietà della parrocchia, non è dato sapere. I cittadini si sono lamentati del divieto nel giardino? «Ho sentito commenti non entusiasti, in effetti».

A don Riva sta a cuore poi il lato artistico della chiesa di Sant’Antonio e delle altre sparse nella comunità pastorale a cui bada dal 2012. Quella di Villa Pasquali in particolare è un gioiello barocco progettato dall’architetto Antonio Galli Bibiena. «Qui ogni anno arrivano turisti da tutta Europa — spiega il sacerdote —, l’altro giorno c’erano degli spagnoli, ad esempio. Non è decoroso presentare un giardino trascurato. Con cinque parrocchie non posso perdere il tempo a ripulirlo dalle deiezioni dei cani. Già i piccioni hanno colonizzato la facciata della chiesa e creano problemi». La tutela dell’edificio religioso passa anche attraverso una serie di restauri in corso, dopo i danni subiti dal terremoto del 2012 che hanno costretto a chiudere per un anno il luogo di culto. Don Riva stila l’elenco dei lavori: «Abbiamo già completato la navata, il presbiterio e l’abside, ora stiamo racimolando i soldi per la cupola e le cappelle». L’inciviltà però, sottolinea il prete, non regna solo nella frazione di Villa Pasquali: «Ho dovuto mettere cartelli nelle altre chiese per ricordare ad esempio di togliersi il cappello quando si entra. Sono costretto a dire le cose ovvie».

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